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di Antonino Arcoraci
Microbiota è la popolazione di microrganismi (batteri, funghi, protozoi e virus) che colonizza un ambiente in un determinato tempo, Microbioma è la totalità del patrimonio genetico espresso dal microbiota, fatto da centomila miliardi di batteri – un numero 10 volte superiore a quello delle cellule presenti nell’organismo – che, ospitati nel nostro intestino, compongono un vero e proprio organo, comunemente chiamato microbiota o microbioma intestinale. Centomila miliardi di batteri – informalmente chiamati anche “flora intestinale” – che vivono in simbiosi con l’organismo ospite, che creano un ecosistema personale, e sono esempio di buon mutualismo, di cooperazione batterica fortemente sensibile allo stile di vita e alla dieta.
Il microbiota si insedia nell’intestino sin dalla nascita, passando dalla madre al figlio in una maniera ancora non molto chiara. E’ condizionato dal tipo di parto naturale o cesareo, dall’allattamento materno o artificiale, dall’assunzione di antibiotici precoce o tardiva, dal tipo di microbiota della madre prima e durante la gravidanza, dall’allattamento al seno che porta il bambino ad avere un microbiota protettivo, ma modificabile, nei primi cinque anni di vita e anche dopo maturazione, in età adulta.
Si nutre di ciò che è digerito dall’ospite e in cambio dona molecole, che assimilate dall’organismo, influenzano la salute e la vita.
Attenzionato a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, parte dalla mappatura dei geni umani e, a mano a mano che si allargano le conoscenze, assume sempre più rilevanza, per le sue funzioni che vanno al di là della semplice digestione degli alimenti perché toccano tutta la sfera della salute.
Dipende dai fattori genetici e si lascia condizionare dai fattori ambientali fino ad essere modificabile nella sua composizione per quantità e varietà dei germi, con prevalenza o meno di quelli definiti “buoni” che aiutano la digestione, gestiscono con la mediazione di organi diversi, lo stato dell’essere, dal benessere fisico e psichico, alla malattia. “Adattoma” è il termine che definisce la sua capacità di adattarsi all’ambiente.
Il microbioma, è costituito da batteri Firmicutes che aumentano l’assimilazione degli zuccheri e dei grassi animali, da Bacteroides che sono coinvolti nella fermentazione degli zuccheri e nella putrefazione di proteine, da Prevotella rappresentativi di una dieta ricca di fibre, da Ruminococcus che contribuiscono alla digestione e alla rielaborazione delle molecole dei carboidrati complessi, da Proteobacteroides indicatori di infiammazione intestinale che, in condizioni normali, sono in equilibrio tra di loro. Eubiosi microbiotica è la condizione di questo equilibrio che gestisce l’esecuzione di funzioni complesse con vantaggio reciproco. Disbiosi microbiotica invece, è la condizione di disquilibrio che porta all’alterazione della barriera intestinale protettiva, alla sintesi di molecole non utili, alla prevalenza di microrganismi patogeni con produzione di Endotossine e messa in circolo di sostanze proinfiammatoriefacilitanti le infiammazioni croniche.
Lo studio del DNA ne documenta la composizione, il grado di funzionalità, l’entità delle modifiche. Dalla prevalenza di alcuni germi su altri, dipende lo stato di salute – dal pieno benessere, all’orientamento verso la malattia – fino all’invecchiamento.
Negli ultimi anni, al microbiota viene riconosciuto il ruolo importantissimo e essenziale di barriera alla colonizzazione di agenti patogeni attraverso la produzione di antibiotici naturali, di mediatore metabolico connesso alla digestione di polisaccaridi complessi e produzione di acidi grassi a catena corta, di collaboratore nello sviluppo del sistema immunitario, di influenzer neuroendocrino sulla motilità, sulla modulazione sensoriale e secretiva del tratto gastrointestinale e la funzione farmacomicrobiomica con ruolo di biodisponibilità ed efficacia contro gli effetti tossici dovuti a farmaci ingeriti.
Alla salute del micriobiota infatti, si lega il sistema immunitario con le relative e numerose patologie infiammatorie croniche dell’intestino – dalla sindrome dell’intestino irritabile, alla colite ulcerosa, al morbo di Chron, al cancro del colon. Si correla la sindrome polimetabolica, dall’ ipercolesterolemia all’iperlipidemia , dall’obesità al diabete di tipo 2; si connette l’infezione da Clostridium, difficile agente patogeno di questa malattia aggressiva. Ma si connettono pure l’autismo, le infezioni urogenitali, il parto pretermine, la carcinogenesi, le patologie allergiche, le immunitarie, le malattie reumatiche, le patologie muscolari e l’invecchiamento. Persino l’ansia, la sindrome depressiva, l’Alzheimer, la malattia di Parkinson.
Del tutto recentemente si ipotizza che ci sia un nesso con l’emicrania visto l’effetto benefico procurato dell’uso di simbiotici, alimenti o integratori che contengono contemporaneamente sia microrganismi probiotici che sostanze dotate di proprietà prebiotiche.
Certamente il microbiota equilibrato sostiene il nostro umore: partecipando alla trasformazione dell’aminoacido triptofano in melatonina e serotonina, interferisce sullo stato di benessere fisico e sul modo in cui si affrontano i problemi della giornata. Controllando la permeabilità intestinale, blocca il passaggio di molecole che possono generare infiammazione sistemica fino a raggiungere il cervello.
L’alimentazione è l’elemento determinante del suo equilibrio: dall’igiene degli alimenti, alla loro composizione. La dieta deve essere ricca di cibi crudi, liquidi, caldi, vari; limitata in glutine e ben fornita di cereali interi quali farro, orzo, segale, riso integrale, quinoa “madre di tutti i semi” per le sue elevate proprietà nutrizionali. Deve essere ricca di legumi, lenticchie e ceci in particolare, meglio passati per migliorare la digeribilità; di verdure crude all’inizio del pasto a mezzogiorno per favorire la motilità dello stomaco, cotte e di stagione la sera; deve essere limitata nelle carni rosse e bianche, nei formaggi, nei salumi e ricca di pesce, anche pesce azzurro; abbondante in liquidi – molte bevande calde, poche bibite gassate, anche light, per la loro disponibilità alla stipsi – e in frutta da consumare lontano dai pasti. Tra le bevande viene consigliato il Kefir bevanda probiotica che aiuta a tenere regolari le funzioni dell’intestino.
Nella dieta non deve mancare la quercetina, ubiquitaria e presente nelle mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco, pomodori, cipolle, broccoli, capperi, tè e vino rosso; non debbono mancare i polifenoli, sostanze naturali con il resveratrolo prodotto dal metabolismo secondario delle piante chiamato “molecola dell’eterna giovinezza” perché aiuta la sana longevità, contrasta l’invecchiamento cutaneo e si trova abbondante nell’uva, nelle arachidi, nel cacao, nei mirtilli.
Questi alimenti che spesso sono consumati durante il break alimentare, con la loro biodiversità, aiutano la crescita e la colonizzazione della flora batterica intestinale. Hanno azioni benefiche sui Bifidobatteri, Saccharomyces, Lattobacilli, Lattococchi e, assieme alle fibre solubili (catene di zuccheri: fruttosio, glucosio e lattulosio), l’inulina, i frutto-oligosaccaridi (FOS) e i galatto-oligosaccaridi (cicoria, carciofo, cipolla, aglio e topinambur) sono supporto durante o dopo una terapia antibiotica.
Gli antibiotici infatti, uccidono i batteri perché non sono specifici per il batterio da combattere. Il microbiota ne risente fino ad arrivare a uno stato di disequilibrio – “disbiosi” – conseguenza lenta o rapida della presenza di stimoli negativi più o meno intensi, più o meno prolungati nel tempo, il cui studio può essere fatto con il disbiosi test, semplice esame di laboratorio su un campione di urine che rileva e quantizza la presenza di due molecole: l’Indiccano e lo Scatolo segnali dello stato di salute intestinale.
Altre condizioni igieniche per preservare il microbiota sono: mangiare lentamene e masticare a lungo; rispettare gli orari dei pasti per rendere periodica la secrezione gastrica; evitate di coricarsi subito dopo il pasto.
Tra le cause di “disbiosi”, primeggia l’alimentazione scorretta fatta di eccesso di carboidrati, carne rossa, grassi, carente di vegetali, monotematica, con additivi alimentari fatti di residui ormonali e antiparassitari. Seguono le terapie farmacologiche, gli antibiotici, IPP, Anti H2, l’abuso di lassativi, gli oppioidi, i trattamenti ormonali, le terapie oncologiche, le malattie epatiche, pancreatiche, delle vie biliari, le gastriche con ipo o acloridria, le intolleranze alimentari per celiachia o intolleranza al lattosio, le parassitosi intestinali, la malattia diverticolare, le alterazioni anatomiche intestinali dati dai by pass e le resezioni, i fattori che coinvolgono il sistema nervoso quali l’ansia, l’alterazione del ritmo sonno-veglia.
La cura delle Disbiosi richiede uno stile di vita corretto, con una alimentazione sana e varia proporzionata nelle dosi in ragione delle esigenze dell’individuo e rispettosa della presenza di nutraceutici e di probiotici per contrastare l’effetto nocivo di fattori esterni compresi i farmaci. Oggi si considera anche l’opportunità di un trapianto fecale.
Mangiare mediterraneo con verdure e ortaggi senza esagerare con le fibre che, essendo carboidrati resistenti, non digeribili, possono, in soggetti mal disposti, procurare fastidi. Mangiare quasi sempre la pasta nelle sue varianti tradizionale o integrale, perché come riporta Maria Rescigno in un suo articolo, cotta al dente, non solo soddisfa, sazia, ed è digeribile. Ha un basso indice glicemico, richiede una digestione lenta, procura un assorbimento moderato del glucosio componente dell’amido e soprattutto, sostiene la flora batterica con la prevalenza di Bifidobacterium e lactobatteri.