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Carlino sul divano. Lui e il suo libro di favole. Letto e riletto migliaia di volte,
consumato, specie nella copertina blu.
Stava leggendo Biancaneve e i sette nani, bella, ma che un po’ lo inquietava.
Era sul punto in cui la fanciulla stava per mordere la famigerata mela, quando
le pagine del racconto si imbiancarono e, cosa più grave, Carlino smise
di ricordare la fiaba e ripose il libro, stranito, inconsapevole.
E quindi la telefonata, la solita telefonata! Il Vecchio detto il Saggio all’attacco!
-Carlino, Carlino, Carlino, vieni, corri subito: è in pericolo la tua stessa vita!
In un fiat il nostro eroe si trovò in Via dei Sogni al Numero che ne so.
-Caro, caro, sei giunto, stanno attaccando le favole! Poveri i nostri bambini!
Cosa leggerano? Come cresceranno? Sparita Biancaneve ora si vocifera
di un attentato a Cappuccetto Rosso, forse anche a Pinocchio, e chissà
forse anche a te, Carlino Mezzolitro!
Capì che non c’era un attimo da perdere e convocò la Fata Turchina
con massima urgenza.
Lei: Andiamo da Gianni Rodari, lui ci aiuterà!
Lo trovarono con Andersen e altri scrittori, preoccupato, non del suo solito
umore.
-Che ne sarà del mio Giovannino Perdigiorno e della tua Fiammiferaia?
Carlino, Fata anche per voi tempi tristi…potreste scomparire e per sempre!
E i nostri bambini? Cos’è l’infanzia senza la fantasia? Cos’è l’infanzia senza una
mamma o un papà che di sera ti raccontano una fiaba?
Chi sta organizzando questo è una persona malvagia, malvagia assai…
Aiutateci! Anzi, aiutatevi! Fate presto!-
E così e lui e la fata, sgomenti e spauriti, andarono in Via dell’Inventore Pazzo
al Numero che mi importa dove Leonard Albert Della Mirandolis, più spettinato
e scomposto che mai, sembrava aspettarli.
-Quale buon vento vi porta? Sapete, sto lavorando al cambiapelle automatico.
Un’attimo e voilà: si diventa bianchi, neri, gialli, rossi….
La fine del razzismo, la fine del razzismo…
Il nostro eroe sorrise beffardo pensando a quante altre forme di ingiustizia e discriminazione
esistono sulla faccia della terra!
Lo scienziato, sentite le loro esigenze, andò in cantina e tornò dopo un mezzoretta buona.
-Ecco qui, ricordavo bene: l’intercettaladri, basta un click e si trova il luogo dove sta
il malfattore.
Me le chiese un politico per fare incastrare un suo anniversario.
Ma non venne mai a ritirarlo; arrestarono prima lui.
Carlino attivò subito il marchigegno, digitò ladro di favole e dopo pochi secondi spuntò
la scritta “Reparto pediatrico oncoematologico di Messina”.
Gli sembrò un errore, riprovò ma non cambiò nulla, chiese lumi al professore che
scrollò le spalle.
Senza speranza, lui e la Fata Turchina si recarono nel luogo indicato.
Poteva un essere umano così vile agire in un posto così delicato?
Chiesero permesso, entrarono e il bip bip dell’invenzione si acuiva come
a indicare che stavano per trovare il ladro.
Una stanza d’ospedale, un bambino di sei anni gravemente malato e un uomo,
sessantanni, magro, sciupato e occhi buoni. Gli teneva la manina.
Carlino, senza esitazione.
-È lei, lei il ladro di favole? Veramente lei?
-Sì-piangendo lentamente-io! Sono volontario qui da ventanni, sa quanti bambini
ho visto morire e soffrire? Molti? Sa quante fiabe ho letto loro?
Tante e ora voglio che siano loro, loro e basta! Loro ne hanno diritto!
Il pianto aumentò quando il malatino chiese di aver letto La Bella e la Bestia.
-Visto, sentito? Andate via, ho cose serie da fare…Via!
L’eroe alzò il gomito, bevve il mezzolitro e guardò gli occhi bagnati
mettendo la mano sulla spalla dell’uomo.
-Hai vinto, lo so: ho commesso l’errore di amare solo loro, l’amore è per tutti…
Tutto tornerà a posto.
E così Carlino e la Fata andarono dall’anziano.
-Grande, grande, grande, so tutto…si, l’amore è per tutti, vero Carlino?
Carlino, Carlino, Carlino, ma, perché non rispondi?
Carlino aveva in testa quel bambino e quell’uomo.
Francesco Certo