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di Giuseppe Ruggeri
“Messina tra macerie e incanti” di Giuseppe Ruggeri, con prefazione a cura di Sergio Di Giacomo, è una raccolta di articoli, conferenze e introduzioni che l’Autore ha collazionato e stampato in proprio, per offrire ai lettori uno spaccato di vita cittadina ripercorso attraverso personaggi, libri ed eventi della sua storia. Ma anche attraverso i numerosi musei, presenti in città e dintorni, testimoni della memoria cittadina. Una memoria segnata da grandi catastrofi ma pure dalla tenace volontà di risorgere dalle proprie ceneri dopo ogni disastro.
Parecchie ancora, a Messina, le “macerie” di tante distruzioni, dietro le quali, però, occhieggiano altrettanti “incanti” che un occhio innamorato, come quello dell’Autore, non può non cogliere e far assurgere a simbolo dell’auspicato rinascimento di un’Urbe che fu un tempo – così come la definirono i nostri padri Latini – “civitas locupletissima”.
E’ una realtà culturalmente – ma soprattutto civilmente – viva quella del Museo Provinciale “Messina nel ‘900”, che dimostra come la passione per la città e la sua storia possa a volte tradursi in concreta possibilità di sviluppo del territorio. Realizzato nei locali di quello che fu il Ricovero Bunker Antiaereo “Cappellini” (adiacente allo svincolo autostradale Boccetta), il Museo disvela via via al visitatore i segreti del più esteso e importante rifugio antibellico costruito nel corso del secondo conflitto mondiale. Davvero suggestiva la riambientazione dei vani interni, tra i quali gli uffici del prefetto e del podestà e l’infermeria di primo soccorso. I lunghi corridoi museali si snodano come una grande “C” in cui trovano allestimento numerosi pannelli didattici che rievocano le successive tappe di evoluzione storica di Messina, con particolare riferimento al ventennio fascista. Presenti inoltre un salone che espone armi leggere e piccoli pezzi di artiglieria, uniformi ed equipaggiamenti da campo che vanno dai primi anni del 1900 allo sbarco anglo-americano in Sicilia del 1943 – una sala convegni e anche uno spazio adibito alla proiezione
di materiale audiovisivo d’epoca. Antistante all’ingresso principale della struttura, un vasto spiazzo esterno ospita infine manifestazioni estive di diversa tipologia, quali concerti e rassegne cinematografiche.
Ideato e diretto da Angelo Caristi e in funzione fin dal 2015 grazie a un comodato d’uso dell’immobile concesso dall’Amministrazione Provinciale, il Museo è da considerarsi, almeno secondo chi scrive, uno degli esempi più virtuosi di partenariato pubblico-privato attivi in città, e costituisce meta costante di visite guidate di scolaresche, gruppi turistici e associazioni culturali. Nel nome e nel segno di una memoria che tutti dovremmo custodire, affinché sia di monito e insegnamento per bene operare nel presente. E soprattutto, come in questo caso, per evitare che uno dei tanti pezzi di storia cittadina scivoli nella fatiscenza e nell’abbandono piuttosto che continuare a parlarci, come fortunatamente fa adesso, del tempo che fu attraverso il suo dettagliato percorso di documenti e immagini di un secolo.