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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Domini”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Domini”

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di Filippo Cavallaro

 

Domini

 

La vita della persona è un continuo affrontare ciò che accade al corpo evitando il più possibile che questo lo danneggi o, peggio ancora, lo distrugga.

La persona scopre, attraverso questi continui adattamenti, delle competenze, che può, anche, scegliere di potenziare. Si acquisiscono così dei domini che possono essere occasione di nuove opportunità di sviluppo o di rischio di avventure pericolose.

Mi viene di pensare al cammino per il bambino verso il primo anno di vita. Una competenza che verrà raggiunta dopo vari tentativi. Ci saranno prove di consapevolezza del corpo, dalla scoperta del proprio baricentro alla dinamica del passo. Ci saranno esperienze da vivere con lo sguardo che, una volta in piedi, osserva più lontano, vede oltre e sollecita nuove curiosità. Ci saranno rischi da correre con un nuovo equilibrio da trovare su una base d’appoggio più piccola, rischi che portano all’esperienza della caduta e del rialzarsi, all’esercizio delle competenze di protezione nel cascare senza farsi male, nello scoprire un particolare tipo di caduta che porta il corpo a fare una divertente capriola.

Senza rendercene conto ogni volta che ci alziamo da una sedia, o ci leviamo dal letto con il nostro corpo, ripassiamo l’esperienza fatta ad un anno senza ricordare le cadute, troppa la voglia e l’impegno per camminare e lanciarsi alla scoperta del mondo.

Un dominio quello del cammino che, in quanto capacità di spostare se stessi nello spazio, condividiamo con tanti esseri viventi, ma anche con molte macchine, che, pur non vive, sono capaci di muoversi e di spostarsi.

Il dominio, questo, che, nell’indovinello di Esopo, avevamo già molto piccoli con gli spostamenti in quadrupedia, gattonando, e che continueremo a possedere anche poggiandoci ad una stampella andando verso il tramonto della nostra vita.