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È il “patient journey” del paziente oncologico, il cuore delle lezioni del quarto modulo del Corso di Perfezionamento “Patient Advocacy per le Associazioni dei pazienti oncologici e onco-ematologici”, rivolto alle Associazioni aderenti al Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”.
Prima edizione di un’iniziativa promossa in stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia.
Il Corso di Perfezionamento, il primo in Italia, guidato dalla Professoressa Laura Deborah Locati insieme ad Annamaria Mancuso, Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, è finalizzato a fornire le conoscenze teoriche e gli strumenti pratici necessari ad accrescere la capacità di advocacy delle Associazioni, ovvero la capacità di rappresentare e difendere i diritti dei pazienti oncologici e onco-ematologici e avere più voce ai tavoli decisionali.
«Il tema del patient journey che è stato argomento del quarto modulo del Corso di Perfezionamento rivolto alle Associazioni aderenti al Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e portato avanti insieme all’Università di Pavia, è molto importante per noi: si tratta di quell’insieme di azioni e attività parte del percorso di cura del paziente oncologico e onco-ematologico – dichiara la Coordinatrice del Gruppo, Annamaria Mancuso – auspichiamo infatti un modello basato su una rete di figure professionali e servizi integrati sul territorio (farmacie e case di comunità) che preveda il coinvolgimento del paziente nel processo di cura, la pianificazione del trattamento personalizzato, la transizione fluida verso la continuità assistenziale e cura affinché i malati ricevano un’assistenza a 360 gradi.
Questo è tanto più importante in una fase in cui grazie ai progressi della ricerca, alla diagnostica avanzata e a terapie innovative, si assiste alla cronicizzazione della malattia e ad un incremento dei pazienti sopravvissuti a un tumore (cancer survivors). Occorre far leva su una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico per il miglioramento delle cure e la riduzione delle recidive. Tuttavia, questi survivors necessitano di un approccio personalizzato che consenta di seguirli nel tempo e che sia orientato non solo in senso oncologico: si pone, dunque, tra gli altri, il problema della gestione ottimale dei loro successivi controlli».