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Strappare Villa Greco dal degrado e farne una “casa” per il recupero di chi soffre le dipendenze è stata la proposta della Lam, la Lega antidroga di Messina presieduta da Aldo Di Blasi, che ha scritto a Giuseppe Cuccì, neo direttore generale dell’Asp, proprietaria della struttura.
Di Blasi ha prodotto ampia documentazione sullo stato dell’arte e un apposito progetto che articola in varie punti la proposta di ristrutturazione dell’immobile ai fini del recupero dei tossicodipendenti ma anche di altre presone con patologie legate alle dipendenze come la ludopatia e disturbi patologici dell’alimentazione di cui la Lam si occupa ormai da tempo.
Già nei giorni scorsi c’è stata una interlocuzione tra Di Blasi e Cuccì nel corso di una riunione del Comitato consultivo dell’Asp presieduto da Antonio Giardina.
Cuccì si è impegnato a valutare la situazione. La Villa che si trova vicino all’imbocco del torrente Badiazza necessita attualmente di svariati interventi, a cominciare dal tetto per finire agli infissi in legno che debbono essere rifatti ex-novo. Anche i muri interni ed esterni hanno bisogno di essere ripresi con intonaco e ripitturazione.
Nel progetto della Lam nei locali al pian terreno si potrebbero svolgere attività ricreative e di incontro mentre nel refettorio oltre che a consumarsi i pasti si potrebbe utilizzare per attività artigianali, come la lavorazione del cuoio, disegno, pittura ecc. mentre nel salone convegni si terranno attività di socializzazione come incontri di formazione, attività motorie e di svago, come ping pong, calciobalilla e giochi da tavolo.
Prevista anche una falegnameria, una porcilaia e una officina fabbri oltre una ampia zona dedicata all’agricoltura solidale. Gli obiettivi sono quelli di promuovere “una politica di sensibilizzazione e di prevenzione sul tema dell’emarginazione e dei malesseri derivanti da ogni tipo di disagio sociale, attraverso interventi mirati personali”.
Ma quello che la Lam si propone è anche di “coinvolgere la famiglie – si legge nel progetto – ed il contesto sociale dove loro vivono creando dei riferimenti saldi per chi ancora non è capace di esternare i malesseri al di fuori delle mura domestiche facendo si che sembrino più grandi di quelli che realmente sono, contribuendo in futuro ad una società più giusta e sicura dove il centro svolga un ruolo importante di supporto al contesto sociale. Infatti è fondamentale una volta che il ragazzo si sia recuperato, seguirlo nel reinserimento, favorendo il rientro nella vita sociale anche in maniera critica e propositiva rafforzandone il carattere e la determinazione, diffondendo una cultura di sana vita più che di malessere o addirittura di morte”.