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Cambio Comando 5° RGT Fanteria “Aosta”:  S. Camillo Patrono della Sanità Militare

Cambio Comando 5° RGT Fanteria “Aosta”:  S. Camillo Patrono della Sanità Militare

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di Angelo Petrungaro

Alla presenza del Comandante della Brigata Meccanizzata “Aosta”, Gen.B.Maurizio Taffuri si è svolta a Messina, presso la caserma “Crisafulli- Zuccarello” sede del 5° Reggimento Fanteria “Aosta”, la cerimonia di avvicendamento al comando tra il Col. Antonio Laudando cedente e il pari grado Col. Roberto Pace subentrante. Presenti autorità civili, militari e religiose nonché rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma fra cui il Gen.B. Giuseppe Briguglio Presidente della Sezione UNUCI di Messina e il Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro Presidente della Sezione provinciale dell’Associazione Nazionale della Sanità Militare Italiana.

Il Col. Laudando ha fatto un excursus sulle attività svolte dal 5° Reggimento Fanteria “Aosta” in Italia e all’estero ringraziando tutto il Personale per la professionalità e la versatilità dimostrate.

Il Gen Taffuri ha sottolineato anche la capacità di affrontare l’innovazione dimostrata dal Comandante Laudando a cui a fine cerimonia ha conferito un encomio.

Nell’imminenza del 14 Luglio, S. Camillo de Lellis, Patrono degli infermi, degli ospedali, della regione Abbruzzo sua terra natale, nonché della Sanità Militare visto l’avvio alla carriera militare per lui da parte del padre, si ricordano le numerose occasioni che testimoniano lo spirito con cui lavorano Medici, porta feriti e semplici soldati di Sanità fedeli al motto: “Fratibus ut vitam servares”.

La storia ci ricorda le navi Ospedale fra cui la “Gradisca” che, entrata in servizio nell’Agosto del 1940, compì molte missioni ed essendo la più veloce fra le cosiddette “Navi Bianche” italiane fu quella che prestò soccorso ai sopravvissuti della Battaglia di Capo Matapan nel Peloponneso il 28-29 Marzo 1941.

Un esempio di dedizione al servizio è quello che è successo sul piroscafo armato inglese “Laconia” silurato per ben due volte il 12 Settembre 1942 da l’U-Boot 156. Esso che era salpato da Suez la sera del 12 Agosto 1942 con Ufficiali e Militari inglesi e polacchi, oltre che donne e bambini, aveva a bordo chiusi nelle stive 1800 prigionieri italiani, molti dei quali siciliani, catturati ad El Alamein. I loro carcerieri erano soldati polacchi che avevano l’ordine di tenere serrate le cancellate delle stive, anche se il caldo era opprimente.

A siluramento avvenuto tanti sono i naufraghi italiani che vengono soccorsi dai sommergibili tedeschi allertati dall’Ammiraglio Doenitz Dei 1800 prigionieri italiani imbarcati ne furono salvati solo 450 i quali raccontarono all’equipaggio del Sommergibile “Cappellini”, che il Comandante del Sommergibile che aveva silurato il “Laconia”,una volta avutoli a bordo, aveva fatto stendere sul cannone di prua un lenzuolo bianco con la croce rossa e che, nonostante questo simbolo, un quadrimotore americano aveva lanciato due bombe. Al Processo di Norimberga tutte le violazioni del Diritto Internazionale Umanitario non furono prese in considerazione, l’unico dato certo fu il mero calcolo matematico, su 1800 italiani fra Ufficiali, Sottufficiali e Soldati 1350 erano morti.