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Tirzepatide ha avuto successo nello studio di fase 3 che ha mostrato benefici negli adulti con insufficienza cardiaca con frazionedi eiezione preservata e obesità

Tirzepatide ha avuto successo nello studio di fase 3 che ha mostrato benefici negli adulti con insufficienza cardiaca con frazionedi eiezione preservata e obesità

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Tirzepatide ha ridotto il rischio di esiti di insufficienza cardiaca (insufficienza cardiaca, visita urgente o ricovero in ospedale, intensificazione dei diuretici orali o morte cardiovascolare) del 38% rispetto al placebo
Tirzepatide ha migliorato significativamente i sintomi dell’insufficienza cardiaca e le limitazioni fisiche
Tirzepatide ha portato ad una perdita di peso del 15,7% in una popolazione con e senza diabete di tipo 2

Sesto Fiorentino, 1 agosto2024 – Eli Lilly and Company ha annunciato oggi i risultati positivi dello studio clinico di fase 3 SUMMIT, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia dell’iniezione di tirzepatide (5 mg, 10 mg o 15 mg) in adulti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF) e obesità. Tirzepatide ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi in entrambi gli endpoint primari con una riduzione del rischio di esiti di insufficienza cardiaca, valutati come endpoint composito, e miglioramenti nei sintomi di insufficienza cardiaca e nelle limitazioni fisiche, come misurato dal Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire (KCCQ) Clinical Summary Score (CSS)i, rispetto al placebo.

Sono stati raggiunti anche tutti gli endpoint secondari chiave, tra cui il miglioramento della capacità di esercizio misurata dal 6-Minute Walk-Test Distance (6MWD), la riduzione della proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP) come marcatore di infiammazione e la riduzione media del peso corporeo rispetto al basale a 52 settimane. Per l’efficacy estimandii, tirzepatide ha portato a una riduzione del peso corporeo del 15,7% rispetto al 2,2% per il placebo. Per il treatment-regimen estimandiii, tirzepatide ha portato a una riduzione del peso corporeo del 13,9% rispetto al 2,2% per il placebo.