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La meditazione di consapevolezza per la terapia del dolore non è un placebo

La meditazione di consapevolezza per la terapia del dolore non è un placebo

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Gli studi di immagine funzionale ha evidenziato un coinvolgimento di percorsi neurali separati dal ben documentato “effetto placebo”


Il dolore, oltre alla sensazione fisica, è un’esperienza complessa e multifattoriale.

L’effetto placebo rappresenta la capacità di miglioramento dei sintomi in risposta a un trattamento inefficace. È un esempio ben noto di come le aspettative possano alterare significativamente l’esperienza di una persona. La meditazione di consapevolezza, che è stata utilizzata per la gestione del dolore in varie culture per secoli, è stata a lungo ritenuta efficace attivando la risposta placebo. Tuttavia, gli scienziati hanno ora dimostrato che non è così.
La meditazione consapevole, infatti, coinvolge meccanismi cerebrali distinti per ridurre il dolore rispetto a quelli della risposta al placebo. Attraverso tecniche avanzate di imaging cerebrale sono stati confrontati gli effetti di riduzione del dolore della meditazione consapevole, di una crema placebo e di una meditazione consapevole “fittizia” in partecipanti sani.
La meditazione consapevole ha prodotto significative riduzioni nell’intensità del dolore e ha anche ridotto i modelli di attività cerebrale associati al dolore e alle emozioni negative. Al contrario, la crema placebo ha ridotto solo il modello di attività cerebrale associato all’effetto placebo, senza influenzare l’esperienza di dolore sottostante della persona.
Attraverso la separazione del dolore dal sé e rinunciando al giudizio valutativo, la meditazione consapevole è in grado di modificare direttamente il modo in cui sperimentiamo il dolore in un modo che non utilizza farmaci, non costa nulla e può essere praticato ovunque.
Uno studio controllato random sono stati arruolati 115 partecipanti divisi in gruppi trattati con una meditazione di consapevolezza guidata, una meditazione di consapevolezza fittizia che consisteva solo in respirazione profonda e una crema placebo (vaselina) che i partecipanti erano stati addestrati a credere riducesse il dolore e, come controllo, un gruppo ha ascoltato un audiolibro.

I ricercatori hanno applicato uno stimolo termico molto doloroso ma innocuo sulla parte posteriore della gamba e hanno scansionato il cervello dei partecipanti sia prima che dopo gli interventi.
Per analizzare i modelli di attività cerebrale dei partecipanti, i ricercatori hanno utilizzato un nuovo approccio chiamato analisi dei modelli multivariati (MVPA), che utilizza l’apprendimento automatico per districare i numerosi meccanismi neurali complessi alla base dell’esperienza del dolore, inclusi quelli derivanti da stimoli termici specifici, emozioni negative e risposte al dolore che sono guidate dall’effetto placebo. I ricercatori sono stati quindi in grado di identificare se la meditazione di consapevolezza e il placebo coinvolgono processi cerebrali simili e/o separati.
Sebbene la crema placebo e la meditazione di consapevolezza simulata abbiano ridotto il dolore prodotto da uno stimolo termico molto doloroso ma innocuo sulla parte posteriore della gamba e hanno scansionato il cervello dei partecipanti sia prima che dopo gli interventi. La meditazione di consapevolezza, però, era significativamente più efficace nel ridurre il dolore rispetto alla crema placebo, alla meditazione di consapevolezza simulata e ai controlli.
Nella medicina moderna, le nuove terapie sono generalmente considerate efficaci e affidabili se superano il placebo. Poiché il presente studio ha scoperto che la meditazione di consapevolezza è più potente del placebo e non coinvolge gli stessi processi neurobiologici del placebo, i risultati hanno importanti implicazioni per lo sviluppo di nuovi trattamenti per il dolore cronico. Tuttavia, saranno necessarie ulteriori ricerche per dimostrare questi effetti nelle persone che vivono con dolore cronico rispetto ai partecipanti sani.

https://www.biologicalpsychiatryjournal.com/article/S0006-3223