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Nel primo episodio, il SSN ieri oggi e domani
“Era avvenuto un miracolo in Italia: tutte le persone erano uguali davanti alla salute”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, descrive la nascita del Servizio sanitario nazionale. Lo fa nel primo della nuova serie di podcast “Salute e sanità”, prodotta dalla Fnomceo per raccontare la Professione medica e il Servizio Sanitario nazionale. L’episodio numero uno, nel quale Anelli racconta appunto gli esordi del SSN e fa il punto sul suo stato di salute e sulle prospettive future, è fruibile sulla piattaforma Spotify a questo link:
“Dopo quarantacinque anni, il sistema comincia a mostrare le prime rughe, anzi direi forse qualcosa di più – continua Anelli – oggi 4 milioni e mezzo di cittadini rinunciano alle cure: è come se una regione italiana come l’Emilia-Romagna, che ha una popolazione simile, rinunciasse a curarsi”.
Che cosa è successo?
“Man mano che la popolazione invecchia – sottolinea il Presidente Fnomceo – aumentano le necessità di cura, aumenta la domanda di salute della gente e il sistema dovrebbe in qualche maniera aggiornarsi, diventare meno burocratico e soprattutto avere più risorse. Oggi le risorse che consentivano fino a un decennio fa di affrontare in maniera efficace i problemi di salute in realtà cominciano ad avere qualche defaillance; quindi, i problemi nascono da una riduzione del personale che è avvenuta nel tempo e che sempre più ha compromesso l’erogazione delle prestazioni facendo aumentare le liste d’attesa. Se non ci sono professionisti e ci sono tante richieste ovviamente bisognerà mettersi in attesa per ottenere quella prestazione. E poi è cambiato anche il mercato, cioè il mercato del lavoro, viviamo in uno stato europeo quindi diffuso, che offre ai professionisti della salute, non solo ai medici, ma anche agli infermieri e altri professionisti stipendi più alti e quindi è chiaro che man mano che passano gli anni l’attrattività del sistema diventa sempre più bassa se non si corre ai ripari”.
“Oggi io penso – chiosa Anelli – che questo problema sia diventato prioritario per lo Stato, cioè nel senso che bisognerà decidere finalmente di puntare sulle professioni. I precedenti governi avevano puntato di più sulle infrastrutture, sulle strutture, hanno allocato ben 15 miliardi del PNRR per comprare nuove TAC, nuove risonanze o per ristrutturare e mettere a norma le strutture sanitarie e gli ospedali, costruire le case di comunità, ma non si è investito sui professionisti. Oggi per rifarsi un po’ il trucco, come si dice, quindi tornare ad avere un aspetto più efficiente, quindi più giovanile, bisogna puntare sui professionisti”.
E quale sarà la medicina del domani?
Il futuro, secondo Anelli, “sarà un periodo d’oro per la medicina perché la scienza, la ricerca, che è parte integrante della professione, mette a disposizione dei clinici, dei medici, strumenti straordinari”.
“Alcune malattie che un tempo erano ritenute inguaribili – prevede il Presidente Fnomceo – saranno curabili e questo grazie a una serie di ricerche. Penso per esempio alle CAR-T che sono delle terapie per curare i tumori del sangue come le leucemie, hanno costi elevati però grazie al nostro sistema sanitario possono essere offerte anche a chi non ha un reddito elevato, quindi le possiamo offrire a tutti. Penso a tante terapie, i vaccini contro i tumori, terapie geniche che potranno modificare addirittura il DNA di alcuni malati guarendoli da malattie genetiche”.
“Abbiamo farmaci biologici oggi – conclude Anelli – capaci di curare malattie che un tempo determinavano una riduzione della qualità di vita notevolissima, abbiamo strumenti come per esempio i robot che in chirurgia riducono nettamente le complicanze chirurgiche offrendo al paziente soluzioni e un ritorno a casa in tempi impensabili nel passato. Insomma, la medicina del futuro oggi si prospetta come una medicina di precisione, una medicina personalizzata che darà grande speranza a tanti malati. Credo che la medicina oggi possa offrire alla società il progresso che chiede, quel progresso che consente all’umanità di avere una speranza di vita migliore”.
E proprio alle terapie innovative saranno dedicati i prossimi podcast di “Salute e sanità”, che saranno pubblicati con cadenza mensile.
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