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“Bisogna comprendere che i soldi investiti in Sanità sono un investimento. Non solo in salute e benessere sociale, ma anche, come sottolinea la ricerca del Censis, un investimento che funziona da moltiplicatore e ha un impatto positivo sul pil”. Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha aperto così ieri sera al Teatro Piccinni di Bari, l’evento di presentazione del volume “Il SSN un amore tutto italiano” che è stata seguito dal Concerto Rach 1 a cura dell’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, in memoria di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente a Bari nel 2013.
Il libro raccoglie i due rapporti che il CENSIS ha recentemente realizzato per la FNOMCeO, da cui emergono il forte impatto economico e sociale della spesa sanitaria pubblica e l’ampio consenso sull’urgenza di rilanciare il Servizio sanitario pubblico, provato da un prolungato depotenziamento.
“Invertire questo processo significa realizzare un sistema che ha come obiettivo la salute dei cittadini e mette al centro la persona, invece di astratti obiettivi di bilancio. Anche perché gli obiettivi di bilancio non considerano i costi complessivi che lo Stato sostiene per la salute dei cittadini. Per modificare la governance non abbiamo quindi bisogno solo di bravi manager ma anche di bravi epidemiologi. – continua Anelli.
“Se non avessimo il SSN saremmo un Paese più povero. Questo diritto che faticosamente abbiamo messo in campo e che ha prodotto tanto benessere deve essere tutelato. E il governo deve inserire tra le priorità l’investimento nelle risorse umane del sistema sanitario, visto che i fondi del PNRR riguardano solo strutture e attrezzature.” – conclude Anelli.
Di diritti ha parlato anche Mons. Francesco Savino – Vescovo di Cassano allo Ionio e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha sottolineato come “sul diritto alla salute ci giochiamo la democrazia. Quando venne varato il Servizio sanitario nazionale i suoi tre principi cardine erano universalità, equità, uguaglianza. Possiamo dire oggi che lo siano ancora quando in Italia dai 3 ai 4 milioni di persone non possono comprare le medicine per curarsi? Il diritto alla salute diventa sempre più un diritto non garantito”.
In effetti, con l’allungarsi delle liste di attesa chi se lo può permettere ricorre al privato, come dimostrano i dati CENSIS: su 100 tentativi di prenotazione nel servizio pubblico, 36 si rivolgono poi al servizio privato.
Eppure, benché in crisi, il nostro modello di SSN continua a manifestare i suoi effetti benefici. Come ha evidenziato Francesco Maietta – Responsabile area consumer, mercati privati e istituzioni del CENSIS – i livelli di disuguaglianza in Italia sono più contenuti che in altri Paesi proprio perché il SSN resta un pilastro della nostra società.
In allegato le foto dell’evento.