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di Angelo Petrungaro
Organizzata dal Col. Roberto Pace Comandante del 5° Rgt Fanteria “Aosta” e dal Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro Presidente della Sezione provinciale di Messina dell’Associazione Nazionale della Sanità Militare Italiana col patrocinio dell’UNUCI (Presidente Gen. B. Giuseppe Briguglio) e dell’Ordine dei Medici di Messina (Presidente Dr. Giacomo Caudo) si è svolta nella sede del 5° Rgt. Fanteria “Aosta” di Viale Europa la Conferenza sul tema: “Le malattie infettive che hanno segnato la storia dell’umanità.” Relatore il Prof. Giuseppe Sturniolo già Direttore della Clinica Malattie Infettive e della relativa Scuola di Specializzazione dell’Università degli Studi di Messina.
Dopo la presentazione del Col. Pace, il Dr. Petrungaro ha riferito i saluti della Dott.ssa Marina Moleti già Presidente del Tribunale di Messina e quelli del Dr. Giacomo Caudo Presidente dell’Ordine dei Medici.
Il Prof. Sturniolo ha iniziato col dire che non avrebbe trattato il tema della conferenza con argomenti tecnici, ma bensì basandosi sulla premessa che l’essere umano fa parte di un ecosistema che comprende anche gli animali e le piante. Ha messo in evidenza la differenza tra Epidemia e Pandemia trattandosi per la prima di malattia trasmissibile quindi infettiva e per la seconda la stessa malattia molto estesa nello spazio. L’excursus storico è partito dall’Antico Egitto o addirittura dal Deuteronomio di Bibbia memoria. La Peste di Atene del 430-426 A.C. di cui parla lo storico greco Tucidide in uno degli otto libri di cui si compone la sua opera “La guerra del Peloponneso” che ha enunciato il “metodo” per la storiografia occidentale e grazie al quale gli scavi hanno potuto appurare che non si trattava di Peste ma di Tifo, di Febbre Tifoide, di cui fu vittima lo stesso Pericle. Anche nel mondo Romano ci fu il caso di “Peste non Peste” quello che coinvolse l’Imperatore Marco Aurelio Antonino, infatti la malattia si chiamava la Peste Antonina. Perfino in tempi recenti, rispetto ai secoli di storica memoria, ci furono errori di valutazione; nel 1974 si parlò di Vaiolo e invece era Varicella.
La Storia ci parla di guerra e di soldati che muoiono in guerra ma le malattie infettive hanno decimato gli eserciti dell’Impero Romano d’Occidente e di quello di Oriente, infatti al tempo di Giustiniano si parlò di Peste. La cosiddetta Peste Nera ebbe origine in Cina. La città di Messina ebbe la Peste, testimonianza ne sono i cosiddetti lazzaretti distrutti durante un terremoto. La Peste del 600 di manzoniana memoria.
Infine il Prof. Sturniolo ha ricordato la Sifilide malattia infettiva a trasmissione sessuale che provenne dall’America con Cristoforo Colombo. Oggi si sa che la Sifilide si trasmette anche da madre in figlio, infatti esiste la Sifilide Neonatale. Ultime per argomento ma non per gravità l’AIDS e le Influenze per le quali ha raccomandato le vaccinazioni.
Interessanti sono stati gli interventi: quello del Gen. Briguglio che ha ricordato il controllo che c’era sulla Sifilide ai tempi del suo periodo militare; quello dell’Ufficiale Medico Angelo Petrungaro sulla necessità di avere medici al Fronte al fine di evitare morti per malattia oltre che per combattimenti durante la Prima Guerra Mondiale. Si deve al Colonnello Medico Giuseppe Tusini insieme alla Duchessa d’Aosta Elena di Francia l’idea dell’Università Castrense ossia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sui campi di battaglia. Gli studenti del quinto e sesto anno del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, fra cui i siciliani Giuseppe Catalano classe 1893 ed Egidio Pafumi classe 1887, chiamati al Fronte, ebbero la possibilità di far pratica e, una volta conseguita la Laurea e nominati Sottotenenti Medici, quella di sopperire alla carenza degli stessi. Ma Ufficiali Medici e Aiutanti di Sanità si trovarono di fronte ad un nemico sconosciuto di cui non si sapeva nulla, se non che militari e civili morivano a centinaia. “Bella matribus detestata”, ma non solo dalle madri, perché fu proprio a causa delle guerre che i Paesi belligeranti non diedero voce a quella vera e propria epidemia che solo la Spagna, paese non belligerante, riconobbe. E fu così che quella epidemia fu chiamata la “Spagnola”. Il messinese Ufficiale Medico Giuseppe Catalano, durante la ritirata di Caporetto, tenne ben saldo l’Ospedaletto a lui assegnato.
Poi sono state poste domande sull’uso degli antibiotici. Sull’argomento l’insigne relatore ha insistito sulla loro corretta gestione affermando che il termine greco “farmacon” che la lingua italiana traduce farmaco ossia medicina, in lingua originale significa veleno.
Altro tema trattato quello delle vaccinazioni che il Professore ha raccomandato. E in tempo di influenza e ancora di Covid il messaggio è stato sensibilmente recepito.