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Il problema della violenza contro i medici, gli odontoiatri è un impegno che la FNOMCeO e gli OMCeO hanno assunto da tempo e fortemente portato avanti attivando ogni canale e iniziativa possibile, sia al fine di creare al professionista le migliori condizioni di esercizio professionale ma anche per assicurare ai cittadini la legittima fruizione del diritto costituzionale di tutela della salute.
L’81% dei medici, secondo un recente sondaggio, riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche o verbali. I reparti più colpiti, insieme a Psichiatria, sono quelli di Emergenza, dove sono soprattutto i parenti ad aggredire il personale sanitario. Problemi organizzativi e carenze di risorse umane contribuiscono a determinare comportamenti aggressivi, nati dalla convinzione che il medico non sia colui che si prende cura del paziente ma che colpevolmente lo trascura.
Questi dati hanno spinto la FNOMCeO a promuovere due campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini attraverso manifesti che veicolano messaggi significativi volti a creare consapevolezza nell’opinione pubblica e nei pazienti del ruolo che il medico e il professionista sanitario ricoprono all’interno della comunità sociale. Si tratta di poster, diffusi via web e affissi nei Pronto soccorso delle Aziende sanitarie, che puntano ad attivare una comunicazione positiva con i pazienti e con i loro familiari per prevenire episodi di violenza contro gli operatori assistenziali sanitari.
La prima campagna si intitola “Mentre aspetti” e cerca di mostrare a chi attende in sala d’aspetto cosa avviene al di là di quella porta chiusa che hanno varcato i pazienti:
“Mentre aspetti, pensa che una diagnosi richiede tempo”
“Mentre aspetti pensa che ci stiamo prendendo cura della persona che ami”
“Mentre aspetti pensa che in altri Paesi si accede alle cura solo con la carta di credito”
“Mentre aspetti pensa che l’unico nemico qui è la malattia”
“Mentre aspetti pensa che al di là dal vetro stanno salvando delle vite”
Queste sono le headline dei poster che mettono in luce i punti di forza del nostro Servizio sanitario nazionale. In coda ad ogni messaggio, la campagna fa appello ai cittadini: “In pronto soccorso ce la mettiamo tutta per aiutarti. Sii paziente”.
La seconda campagna “Qui curiamo tutti, senza distinzioni” mette invece in evidenza le possibili conseguenze penali di un’aggressione al personale sanitario e sottolinea anche in questo caso il carattere universale, equo e solidale del SSN.
Le immagini ritraggono medici che guardano l’interlocutore dritto negli occhi e cercano di stabilire un canale di comunicazione per spiegare in cosa consiste il proprio lavoro e perché talvolta i cittadini siano costretti ad aspettare:
“In tanti Paesi l’assistenza sanitaria è solo per ricchi”.
“Facciamo ore e ore di straordinari”;
“Lo sappiamo che aspetti da ore. È perché dobbiamo andare dal più grave al meno grave”.
È evidente che il problema della violenza non può risolversi senza interventi strutturali che colmino le carenze di personale e garantiscano condizioni di lavoro sicure ai medici. Tuttavia, serve anche un’azione culturale che incida sul modo in cui i cittadini guardano al Servizio sanitario nazionale, come bene comune da tutelare. Proprio da queste considerazioni nasce l’idea di queste campagne di sensibilizzazione che puntano a rafforzare il rapporto medico-paziente spesso logorato da cause che sono esterne all’operato dei medici e di cui gli operatori sanitari sono le prime vittime.