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Quello che la foto non dice

Quello che la foto non dice

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a cura di Daniele Passaro

 

Mi piace molto fotografare la gente.
Ancora di più quanto ho la possibilità di seguire un mio “percorso” e quindi avere la disponibilità di qualcuno che mi offre il suo volto per una serie di scatti per provare a fare quello che tecnicamente è noto come shooting fotografico.
Per farlo bene, o perché il risultato sia soddisfacente, occorre che vi siano alcuni ingredienti irrinunziabili:
In primo luogo il volto ed il corpo, di chi (uomo o donna) ha voglia di farsi fotografare e di farsi “indagare” e  “raccontare” da te, dal tuo obiettivo e dal tuo modo di fare fotografia.
Poi ci vuole pazienza, tanta, per guidare chi non è mai stato davanti ad un obiettivo, a lasciarsi andare ed a raccontare, con sguardi, sorrisi, vestiti e accessori, il suo mondo.
Infine ci vuole un luogo adatto (in interni o all’aperto poco importa), molta pazienza ed una buona dose di capacità di ascolto e di dialogo…
Senza tutti questi ingredienti non verranno mai fuori dei ritratti ma solo banali fotografie, magari tecnicamente perfette, ma piatte e senz’anima.
Negli anni ho fotografato molte persone.
Normali persone, di ogni età e che svolgevano varie attività: professionisti, impiegati, studenti e anche attori.
Paradossalmente sono proprio questi ultimi i più problematici ed i più difficili da ritrarre perché sanno già cosa vorrebbero, come posare, cosa trasferire all’obiettivo che li scruta… in fondo è il loro lavoro.
E quindi ritrarli per quello che sono – nella loro realtà umana e non di attori – è più complicato, a meno che non si voglia fare un lavoro didascalico, utile magari soltanto per mostrarlo nei vari casting (cosa che spesso è accaduta).
Conosco Ninni Bruschetta (l’attore di numerosissimi film di successo e di tante fiction che tutti avrete visto mille volte) da quando eravamo ragazzi, quando entrambi – seppure con esiti e percorsi evidentemente diversi – iniziavamo a fare teatro.
Un giorno Ninni mi telefona e mi chiede di fargli qualche foto che gli sarebbe dovuta servire per la copertina del suo ultimo libro “Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista”.
Per inciso un libro godibilissimo, simpatico ed anche intrigante che vi consiglio assolutamente di leggere.
“ Sai Daniele” mi dice con la sua voce calda, profonda e leggermente roca, “ mi serve un ritratto così, così e così…”e mi descrive la foto che avrebbe voluto.
Ovviamente gli dico di sì e dopo pochi giorni è da me, e cominciamo a scattare… ma, per quante foto scattassimo, per quanti tentativi io facessi di realizzare quello che lui aveva già in mente, la foto non veniva fuori.
Allora ho cominciato un po’ a sfotterlo, a ridere di vecchie storie e – mentre rideva o parlava – io scattavo.
Ecco che, per magia, finito l’attore è venuto fuori Ninni (il vecchio Ninni) e con Ninni sono arrivate le fotografie che cercavamo.
Lui quella per il suo libro, io quella che avevo in mente.
Ecco quindi in bianco e nerola foto che è poi diventata la copertina del suo libro, e poi  un’altra a colori che (su tutte le altre) a me piace molto perché parla di Ninni, del mio amico.
Per cui, per una volta, e prima che questa rubrica vada in ferie con il suo autore invece che una foto… ve ne beccate due.
Ecco i dati di scatto exif per chi fosse interessato
Foto copertina: Nikon D800 – Nikkor 85 mm F. 1.8 – 1/100 – 2.8
Foto specchio: Nikon D800 – Nikkor 85 mm F. 1.8 – 1/30 – 2.8