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Due incarichi nazionali per il messinese Giuseppe Navarra (nella foto), direttore dell’UOC di Chirurgia generale del Policlinico universitario “G. Martino” di Messina: è statto eletto nei giorni scorsi presidente nazionale della SIRC (Società italiana di ricerche in chirurgia), organismo fondato nel 1975 e oggi prezioso punto di riferimento per la ricerca in ambito chirurgico, e componente del consiglio direttivo della SIC (Società italiana chirurgia). In particolare per quest’ultimo incarico Navarra è stato nominato presidente della commissione accreditamento e linee guida: un organo di particolare importanza in un momento chiave quale quello dell’identificazione da parte del Ministero della Salute proprio delle società (tra cui la SIC), accreditate per la stesura delle linee guida indispensabili per una piena attuazione della legge Gelli. La SIC è considerata la “mamma” delle società scientifiche italiane nel comparto della chirurgia. Navarra si è distinto in questi ultimi anni soprattutto per la chirurgia robotica con numerosi interventi di chirurgia oncologica e dell’obesità eseguiti dalla sua equipe nel nosocomio messinese. I robot, nati negli Usa nel 1998, oggi sono una realtà sempre più presente nelle sale operatorie di tutto il mondo: spesso vengono utilizzati in alternativa alla laparoscopia per situazioni più complicate. Il team messinese è il secondo, dopo l’Ospedale Gaslini di Genova, ad aver eseguito operazioni su pazienti in età pediatrica in collaborazione con i colleghi chirurghi pediatrici per colite ulcerosa e morbo di Crohn. In particolare in ambito di chirurgia eseguita per carcinoma del retto il robot è l’ideale: “La visione dei dettagli – spiega Navarra – consente sempre più spesso di salvare gli sfinteri e quindi evitarCe colostomies definitive da una parte e di non danneggiare i nervi collegati all’erezione nell’uomo dall’altra garantendo quindi una buona qualità di vita del paziente”. A Messina il Da Vinci viene utilizzato anche nella chirurgia del carcinoma dello stomaco e dell’epatocarcinoma. Ci sono strutture in Italia che hanno acquistato i robot senza mai usarli: “Purtroppo spesso manca la formazione dei medici – conclude Navarra – in ogni caso bastano tre mesi e mezzo di corso intensivo tra sessioni al simulatore, dry lab, wet lab, seguite dalle prime esperienze in sala operatoria, affiancati da un tutor esperto, per imparare a usare questo straordinario strumento, protagonista indiscusso del futuro della chirurgia. Il mio impegno alla luce dei due nuovi prestigiosi incarichi all’interno della SIRC e della SIC, di cui sono onorato, sarà anche quello di partecipare alla standardizzazione e alla diffusione della robotica nel nostro paese”.