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Arriva l’infermiere di famiglia, una nuova figura che, come afferma la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) “entra ufficialmente a far parte dei pilastri dell’assistenza territoriale in tutto il Paese: il Patto per la salute appena approvato prevede infatti che accanto ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti ambulatoriali e ai farmacisti ci sia l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone”.
L’infermiere di famiglia esiste già in Italia, anche se non è molto diffuso, e il suo obiettivo è quello di essere a disposizione dei cittadini malati così come accade in altri Paesi, come Stati Uniti o Inghilterra, e affiancare al medico di famiglia, pediatra e specialista ambulatoriale.
Si tratta di un professionista specializzato in terapie socio-sanitarie, capace di seguire le cure e la prevenzione della famiglia fuori dall’ospedale. Può eseguire medicazioni, supporto psicologico anche a familiari di pazienti con disabilità o con patologie croniche.
Ha affermato la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli “La professione fa un altro passo avanti nel suo cammino, entra nelle case delle persone, contrasta le disuguaglianze soprattutto nelle aree interne e garantisce un’assistenza territoriale accessibile soprattutto a una popolazione che invecchia e presenta sempre più cronicità e disabilità, con la necessità di soddisfare bisogni di assistenza complessi che gran parte delle famiglie non può affrontare da sola”.
“Con questa scelta l’Italia si allinea alle indicazioni dell’Oms che fin dal 1998 aveva indicato la necessità dell’infermiere di famiglia/comunità. Le Regioni, che hanno approvato il Patto devono ora attuare le previsioni che contiene insieme agli Ordini degli infermieri.
(Fonte: Giornale di Sicilia)