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“Aggredita come avvocato non per essere donna”: il racconto di Mariangela Di Biase simbolo della difesa della legalità

“Aggredita come avvocato non per essere donna”: il racconto di Mariangela Di Biase simbolo della difesa della legalità

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La figlia di Nino D’Uva ha ricordato il padre come “uomo”. Premiati gli studenti di Maurolico, Mazzini e Annibale per il progetto Legalità Miur – Cnf

“Le mani di quell’uomo battevano forti e continue sul mio petto, e io che urlavo a me stessa… stai facendo solo il tuo lavoro; e pensavo… se raggiunge la mia cliente finirà per ucciderla di fronte ai miei occhi”: sono struggenti le parole dell’avvocato Mariangela Di Biase che ha portato la testimonianza diretta della terribile aggressione subita, poco prima della pandemia, mentre esercitava la sua professione. “Non voglio assolutamente che passi il messaggio, come successo in passato – ha proseguito la componente della Giunta nazionale Aiga – che sono stata vittima in quanto donna, io sono stata colpita nel mio ruolo di difensore di un’altra donna. La vera vittima è stata l’avvocatura e la funzione sociale che essa svolge secondo la Costituzione”. Un racconto particolarmente toccante e significativo al centro dell’attenzione, ieri pomeriggio, nell’evento promosso all’insegna della difesa della legalità dall’Ordine degli avvocati di Messina in collaborazione con Aiga e l’associazione Nino D’Uva nel Dipartimento Cultura e Servizi. “Questo appuntamento non vuole essere solo un momento per ricordare le tante vittime della mafia, a cominciare da Paolo Borsellino nel giorno dell’anniversario della sua morte, e gli avvocati venuti a mancare a causa del proprio mestiere – ha detto in apertura il presidente dell’Ordine Domenico Santoro – ma un modo per trasmettere i valori etici e morali della nostra professione ai giovani, agli studenti, agli operatori del domani che verranno premiati per alla loro partecipazione al progetto Legalità portato avanti dal nostro ente insieme con Miur e Cnf. Un momento di sintesi tra illustri esempi e futuri avvocati che non devono vivere le tragedie e le aggressioni che oggi ricordiamo”. E tra gli illustri esempi messinesi non poteva mancare il ricordo del compianto Nino D’Uva, ucciso per mano mafiosa, ricordato dalla figlia, Giuseppina D’Uva, già presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Messina, che ha parlato del padre non come avvocato ma come uomo e padre, evidenziandone le doti carismatiche e la moralità: “Ogni giorno che passa sono grata di avere avuto un papà così e mi rivolgo soprattutto ai ragazzi per trasmettere loro un prezioso messaggio, scegliete il lavoro che preferite, ma svolgetelo sempre con altissimo profilo senza mai scendere a compromessi; è quello che hanno fatto mio padre e altri autorevoli colleghi che oggi non ci sono più”.
Tanti i rappresentanti istituzionali intervenuti: la presidente del Tribunale Marina Moleti, il procuratore generale Maurizio Salomone, il sostituto procuratore generale della Repubblica Felice Lima, il procuratore aggiunto Rosa Raffa, il vice prefetto Patrizia Adorno, la coordinatrice della Commissione Cnf educazione alla legalità Daniela Giraudo, il presidente Aiga Luigi Azzarà, il presidente Associazione Avv. Nino D’Uva Giuseppe Marullo, e la Di Biase che ha emozionato il pubblico con il suo racconto, nitido come fosse ieri. Il convegno, patrocinato dal Consiglio nazionale forense, è stato moderato dalla consigliera dell’Ordine Isabella Barone (delegata alla Legalità) e ha visto il susseguirsi di numerosi e interessanti relazioni, molto apprezzate dalle scuole premiate nell’ambito del progetto Legalità Miur – Cnf. A cominciare dal Maurolico che ha preso parte al “Torneo della Disputa Dire e contraddire”, competizione sulla quale si è soffermata la coordinatrice nazionale del Comitato tecnico scientifico del torneo avv. Angela Mazzia. I ragazzi del Maurolico, assegnatari del premio per la migliore tecnica oratoria da parte del Comitato Tecnico scientifico del Cnf, hanno ricordato Fulvio Croce e Nino D’uva e parlato della loro esperienza. A coordinare i brillanti interventi dei giovani e la consegna degli attestati, oltre alla Vice presidente del COA Isabella Celeste e ai consiglieri Frida Simona Giuffrida e Elena Florio, anche l’avvocato Alessandra Tilli, membro esterno della Commissione progetti educazione alla legalità Cnf e autrice del libro “Bebè nel mondo che vorrei” e del progetto per le scuole dell’infanzia e primarie di cui al Protocollo Cnf/MI luglio 2020 – la quale ha evidenziato i progetti portati avanti anche dalle altre due scuole coinvolte: per le elementari, l’Annibale Maria di Francia con “Bebè nel mondo che vorrei, educhiamo i cittadini del futuro” e per le medie, “Studio o partita alla play station? La vita è un negoziato. Mediazione e negoziazione: tra emotività, razionalità e diritto”. Gli scolari più piccoli hanno poi voluto sottolineare che “chiunque, nel voler adempiere fedelmente al proprio dovere, può essere oggetto della mafia” e hanno reso memoria citando Rosario Livatino, Peppino Puglisi, Peppino Impastato e lo stesso Borsellino.
Presenti anche i giovani della Scuola Forense del COA di Messina e il consigliere delegato, Avv. Felice Panebianco collegato da remoto, oltre alla dirigente scolastica del Maurolico Giovanna De Francesco, alla vicepreside della Mazzini Tiziana Marchese e all’avvocato Gianandrea Parisi, in rappresentanza dell’Annibale Maria di Francia, i quali hanno rivolto un sentito ringraziamento al COA per il progetto, auspicando la prosecuzione delle iniziative e ribadendo il loro impegno nella cultura della legalità. A loro e alle altre personalità è stato infine consegnato il testo “Tributo di toga”, raccolta di brevi biografie di avvocati uccisi per rispettare fino in fondo il giuramento prestato.