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di Massimiliano Cavaleri
Addio alla parrucca per chi soffre di cancro? Non vedersi malata e sentirsi “come prima”, con un miglioramento complessivo del benessere e dell’immagine corporea percepita nel tempo, grazie all’impiego di sistema protesico che utilizza capelli umani, vergini, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile, invece dei tradizionali metodi: una svolta importante per le donne colpite da alopecia da chemioterapia, che si trovano a dover fare i conti non solo con la loro patologia tumorale ma anche con il pesante impatto della perdita dei capelli.
Sono positive le evidenze emerse dallo studio promosso da Salute Donna Onlus che in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha realizzato uno studio pilota condotto per valutare l’aspetto psicologico del sistema protesicoCNC, 100% italiano, sviluppato da CRLab – Cesare Ragazzi Laboratories, in pazienti con recidiva di carcinoma della mammella e alopecia recidivante indotta da chemioterapia.
“Salute Donna è da sempre impegnata ad affiancare le donne con tumore e a cercare le migliori soluzioni possibili per migliorare la loro qualità di vita. Avevamo sentito parlare da diverse pazienti di un nuovo tipo di ausilio per la perdita dei capelli. Siamo stati invitati direttamente nei laboratori di Bologna dove abbiamo potuto seguire il complicato processo manifatturiero che porta alla produzione del sistema protesico CNC – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus – e abbiamo avviato con l’Istituto Nazionale Tumori perché uno studio strutturato su donne con tumore della mammella recidivante e con una seconda alopecia da chemioterapia, quindi che avevano già provato la parrucca. I risultati sono davvero molto buoni. Il passo successivo sarà quello di parlare con i decisori regionali per consentire un accesso equo a questo sistema”.
L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è da sempre impegnato nella ricerca scientifica non solo per offrire ai pazienti oncologici le migliori strutture, tecnologie d’avanguardia e terapie innovative ma per garantire una presa in carico globale tesa al miglioramento del benessere e della loro qualità di vita.
«All’Istituto Nazionale dei Tumori l’attenzione alla persona non è mai mancata, da noi “paziente al centro” non è un modo di dire, ma una realtà da sempre – commenta Marco Votta, Presidente Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – la nostra è una storia di successi in un mix equilibrato di scienza e di tecnica, ma anche di umanizzazione delle cure, come hanno insegnato i giganti dell’oncologia che hanno esercitato in Istituto la loro attività, come Gianni Buonadonna e Umberto Veronesi, i primi a sostenere l’importanza di curare la persona ancora prima della malattia.