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Andare oltre il nostro metro quadro: l’intimità è il sale delle relazioni

Andare oltre il nostro metro quadro: l’intimità è il sale delle relazioni

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di Marinella Ruggeri

Nelle relazioni serve andare in profondità; passare dalla capacità della intimità che non equivale alla sessualità e alla affettività, piuttosto E’ lei stessa, essenziale per le altre due.

L’intimità è un processo che si forma e si trasforma, mediante il quale due persone che si vogliono bene non solo si scambiano sentimenti, pensieri e azioni, ma sviluppano nel tempo la capacità di condividere la loro profondità.

La vita fisica ha bisogno di condivisione profonda per essere vera, ha bisogno di intimità.

Oggi le relazioni sono quasi tutte superficiali, passano da frasi fatte, da convenevoli,…vediamoci al bar per un caffè e lì si parla del tempo, degli altri, o si continua a chattare con il proprio smartphone, anche se si è insieme..…

Solo la ricerca di una intimità può ricreare i rapporti; questa conquista passa dal desiderio di ascolto attivo, di dialogo profondo, passa dalla capacità di parlare all’anima. Siamo più abituati ad ascoltare il giudizio degli altri e del mondo, e ci perdiamo, la possibilità di fermarci in RACCOGLIMENTO, ossia, la capacità di avere attenzione interiore per le cose, la capacità di accorgersi di tutto, di guardare in profondità.

Essere immersi nelle preoccupazioni senza raccogliersi significa perdersi.

Raccogliersi è coltivare la propria interiorità.

Un dolore psichico molto diffuso è dovuto proprio alla mancanza di ascolto, che procura un senso di solitudine sofferta, anche  quando fisicamente  non si è soli.

Tutti abbiamo bisogno di profondità e siamo capaci tutti di andarci. Per accogliere il Nostro Se’ bisogna allenarsi ad ascoltare anche noi stessi, senza distrarci in sentimentalismi e pensieri artefattuali.

Il vero vivere è sapere riconoscere la nostra essenza. Attenzione interiore per le cose, sapere guardare, accorgersi di ciò che non è scontato. C’è un momento in cui dobbiamo imparare a raccoglierci, chi lo fa ha la capacità di creare intimità.

Parlare poco non significa non avere nulla da dire ma scegliere di allenarsi nell’ascolto, anche quando questo richiede pazienza, come con gli anziani, con chi sta male.

Questo esercizio ci permette di diventare persone profonde e come tali ci consente di essere più intuitivi, ci accorgiamo più facilmente di chi vuole ingannarci, distinguiamo più chiaramente ,  ciò che conta da  ciò che non conta . Nel nostro tempo, siamo più indotti all’INTRATTENIMENTO,  che ci distrae e ci riempie di vita sui social, allontanandoci dalla possibilità di rientrare dentro noi stessi, per restare sempre in superficie.

 Solo desiderando possiamo accettare la fatica di fare silenzio dal mondo e cercarci dentro, nell’intimo.

Passiamo la vita nel NOSTRO METRO QUADRO, lo addobbiamo, lo teniamo ordinato, lo coltiviamo, quando in realtà, dovremmo distruggerlo, per allargarlo, e invece cerchiamo di evitare in tutti i modi questa rivoluzione,  perché  uscire dai nostri confini comporta che dobbiamo accettare di metterci in discussione.

Siamo portati a cercare solo persone che ci danno ragione o ci confermano nel nostro convincimento; ma facendo così, non viviamo davvero.

Allora proprio Raccogliersi consente di allargare la nostra vita per fare più spazio, così entra più luce, così ci possono essere autentiche relazioni.

Allargare il proprio metro quadro facilita il dono, e consente di sperimentare empatia.

L’empatia è la capacità di entrare in sintonia e in risonanza con gli stati emotivo-affettivi dell’altro. Provare empatia non vuol dire identificarsi totalmente con l’altro ma essere disponibili ad utilizzare il proprio sistema emotivo e di pensiero, per comunicare con l’altro.
L’empatia è un modo di comunicare nel quale il soggetto mette in secondo piano il proprio modo di percepire la realtà per cercare di far spazio, oltre il proprio metro quadro, alle esperienze e alle percezioni dell’altro, liberandosi però dai propri filtri interpretativi, entrando nell’intimità dell’altra persona senza emettere giudizio.
Potersi permettere di empatizzare con gli altri, deriva dalla capacità di interiorizzare con se stessi. Essere in grado, anche di controllarsi, significa conoscersi, stare in ascolto dei propri bisogni e delle proprie necessità, sentire che è possibili esprimerli liberamente.

Andare oltre il proprio metro quadro significa essere persone differenziate.

Schnarch definisce la differenziazione come “… la vostra capacità di mantenere il senso del Sé quando siete emotivamente e/o fisicamente vicino agli altri – specialmente quando essi diventano importanti per noi”. La differenziazione comporta l’equilibrio fra 2 forze vitali basilari: la spinta all’individualità e la spinta alla relazionalità. È l’abilità di stare in contatto con un altro senza rischiare di sentirsi divorati; implica il restare ciò che si è mentre si sta vicini alle persone importanti.
Istintivamente vogliamo qualcuno che ci faccia sentire accettati e apprezzati e abbiamo assegnato l’etichetta “intimità” a ciò che vogliamo (accettazione e apertura reciproca) mentre teniamo lontana la vera intimità.
Esistono, infatti, due tipi di intimità: nell’intimità confermata dall’altro ci si aspetta accettazione e conferma; nell’intimità autoconvalidata, invece la persona mantiene il senso di identità e di autostima quando si rivela, si convalida da sola, non c’è aspettativa di accettazione o di reciprocità.

Confondiamo spesso la “buona comunicazione” con l’essere compresi nel modo in cui vogliamo e con l’ottenere la risposta che ci aspettiamo, mentre l’intimità autoconfermata diventa il SALE di cui ho bisogno, che ci aiuta a non aspettarci che l’altro per forza ci convalidi, a non aspettarci che l’altro per forza comprenda ciò che vogliamo dire e ci dia la risposta di cui abbiamo  bisogno,  SOLO così possiamo essere liberi di mostrare ciò che sentiamo e  raggiungere la giusta intimità.