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“Condividiamo pienamente il messaggio che il Ministro della Salute Roberto Speranza ha voluto portare alla riunione delle organizzazioni sindacali internazionali e dei sindacati dei paesi del G20: da questa pandemia dobbiamo uscire con servizi sanitari rafforzati e luoghi di lavoro più sicuri in ogni angolo del mondo. E con un rinnovato senso di solidarietà: perché nessuno si salva da solo”.
A parlare è il presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli.
“È vero, il Covid ci ha indicato la strada da percorrere, sul piano nazionale e su quello internazionale – spiega Anelli -. Una strada che si preannuncia lunga: la pandemia si è inserita su una serie di disfunzionalità del nostro Servizio sanitario nazionale, messo a dura prova da decenni di definanziamenti. Prime tra tutte, le disuguaglianze di salute”.
“Il nostro sistema sanitario non è in grado di garantire su tutto il territorio nazionale un’assistenza uniforme, per quantità e qualità – continua -. A certificarlo è stata ieri la Corte dei Conti, in audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo fiscale. Ma quanto affermato dai magistrati contabili corrisponde a ciò che gli Ordini dei Medici evidenziano da tempo, e che è stato anche oggetto di alcune mozioni del Consiglio nazionale. E persino gli indicatori utilizzati sono gli stessi: non solo gli indici di valutazione dei Lea, ma anche la mobilità interregionale, che sottrae risorse proprio da quei territori che ne avrebbero più bisogno”.
“Per quanto riguarda il nostro paese, è quanto mai necessario e urgente un Piano Marshall per la sanità del Sud, anzi per la sanità nazionale – chiede Anelli – Non una mera ridistribuzione di risorse finanziarie, ma un progetto strutturale di investimenti volti a colmare le disuguaglianze”.
“L’importante aumento del Fondo sanitario nazionale, 6 miliardi in tre anni, che è stato fortemente voluto dal Ministro della Salute Roberto Speranza, dimostra la ferma intenzione di investire nella salute dei cittadini- continua -. Tali risorse possono veramente fare la differenza, anche per colmare le disuguaglianze di salute”.
“Altro tema sul quale la Fnomceo si batte è la sicurezza sul lavoro per i medici e i professionisti sanitari, che è sia diritto dei lavoratori sia presupposto per la sicurezza sulle cure – aggiunge -. Anche qui la strada sarà lunga. Sono state rese note proprio oggi le motivazioni della sentenza del Tribunale di Bari con la quale, nell’aprile scorso, è stato condannato l’ex Direttore generale in merito all’omicidio della psichiatra Paola Labriola. Tra le cause, ci sarebbe infatti “la sottovalutazione del rischio di aggressioni al personale”, legata anche all’impostazione “economicistica delle funzioni della sanità, piegate alle esigenze del budget, che denota la principale preoccupazione di molti manager pubblici della sanità, ossia l’equilibrio di bilancio, piuttosto che la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”. Vogliamo ricordare Paola Labriola, che aveva più volte denunciato le falle in termini di sicurezza, come martire della Professione. La sua tragedia ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione drammatica che molti medici affrontano quotidianamente sul posto di lavoro, in condizioni precarie. A lei, e a tutti gli altri medici caduti nello svolgimento della professione, abbiamo dedicato idealmente la Legge 113 del 2020, sulla Sicurezza degli operatori sanitari”.
“In definitiva, occorrono risorse, per difendere il diritto alla salute e l’universalità dei servizi sanitari, e occorrono riforme– conclude Anelli -. Di più: è fondamentale che queste riforme siano condivise con i professionisti sanitari, che sono la rete strutturale, il tessuto connettivo del sistema, e che possono riconoscere e individuare gli obiettivi di salute. Perciò chiediamo che sia presto riunito l’Osservatorio sulla Sicurezza degli operatori, e che sia finalmente avviato il tavolo sulle disuguaglianze, già previsto prima della pandemia”.
Ufficio Stampa Fnomceo