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Arginare l’indicenza degli errori evitando le prescrizioni inintelligibili

Arginare l’indicenza degli errori evitando le prescrizioni inintelligibili

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A CURA DELLA REDAZIONE

 

Una elevata percentuale degli errori medici è rappresentata dalla cattiva interpretazione nell’utilizzo di abbreviazioni o nella cattiva interpretazione della prescrizione di farmaci, sia nel nome che nelle unità di misura o nei dosaggi. Ecco perché il Ministero della Salute ha lanciato un allert attraverso la “Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli”.

Questo fenomeno, già segnalato negli USA è stato documentato anche in Italia attraverso i sistemi di “Incident Reporting” delle Aziende sanitarie che hanno consentito di rilevare come l’uso di abbreviazioni e simboli possano influenzare negativamente la comunicazione tra gli operatori sanitari generando errori con conseguenze anche mortali.

Allo scopo di prevenire errori così prevedibili è basilare che medici, farmacisti e infermieri utilizzino un linguaggio comune standardizzando le abbreviazioni, gli acronimi, le sigle e i simboli utilizzati. Nelle prescrizioni effettuate “a penna”, inoltre, dovranno impegnarsi ad assicurare una adeguata attenzione utilizzando una scrittura chiara “a stampatello”, intellegibile ed inequivocabile.

A tal fine si legge nelle raccomandazioni ministeriali di cercare di evitare le prescrizioni per “a voce” (es. al telefono), utile ove possibile servirsi di programmi di messaggistica telefonica. E’ raccomandabile scrivere il nome del principio attivo in maniera estensiva, demarcare con uno spazio il nome e il dosaggio del farmaco, usare i numeri arabi e non quelli romani, precisare esplicitamente la posologia. Evitare abbreviazioni in latino o inglese.

Un punto nodale del problema è dato dalla qualità dei sistemi informatici che dovrebbero prevedere che la prescrizione digitale, proprio perché è capace di abbattere drasticamente l’incidenza degli errori di prescrizione, dovrebbe assicurare nel corso della digitazione la comparsa di apposita legenda in grado di aiutare, qualora si utilizzi un acronimo, la comprensione dello specifico significato. Ad esempio l’acronimo IRA potrebbe riferirsi a Insufficienza Renale Acuta, ma anche a Insufficienza Respiratoria Acuta.

La soluzione potrebbe risiedere nell’utilizzo di glossari all’uopo redatti dalla Società Europea di Clinica Farmaceutica (ESCP) oppure nel seguire pedissequamente le Linee Guida per la prevenzione del rischio clinico correlato all’uso degli acronimi, simboli, sigle e abbreviazioni pubblicato dalla SIFO Società Italiana di Farmacia Ospedaliera.

Le Regioni, infine, si dovranno adeguare a tali indicazioni le cui attività di monitoraggio dovranno diventare oggetto di valutazione dei risultati dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie.