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Il rinnovo del contratto dei medici dirigenti per il triennio 2016-2018 determina un incremento medio procapite della busta paga di 200 euro lordi mensili a chi ancora è in servizio, interessa 130 mila professionisti della sanità ed è stata firmata dall’Aran – l’agenzia per le negoziazioni delle pubbliche amministrazioni – e arriva dopo nove anni di attesa.
Di questo aumento beneficeranno anche coloro che sono andati in pensione dopo l’1 gennaio 2016.
L’articolo 87 del testo infatti prevede che i benefici economici vengano corrisposti integralmente alle scadenze e negli importi previsti al personale dirigente, comunque, cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza del contratto in questione. Un meccanismo che avrà effetto sul trattamento di quiescenza ordinario, privilegiato, diretto e indiretto.
Praticamente chi si è pensionato dopo il 1° gennaio 2016 avrà riconosciuti, oltre agli arretrati stipendiali maturati da quella data sino al momento del pensionamento, anche un incremento dell’assegno pensionistico a causa dell’adeguamento della base pensionabile sulla quale si calcola il trattamento.
Inoltre poiché la buonauscita è calcolata sulla base delle ultime retribuzioni, anche questa risentirà positivamente di questi benefici.
Bisognerà però armarsi di santa pazienza, in quanto le pratiche da elaborare sono moltissime (la decorrenza degli aumenti dipende dalla data di pensionamento) e i tempi di lavorazione delle stesse richiederanno diversi mesi per potere computare i singoli ricalcoli e i relativi arretrati collegati ai ritardi di elaborazione.