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di Massimiliano Cavaleri
Parte dal Regno Unito l’elaborazione di un sistema semplice e accurato per la diagnosi del virus SARS-CoV-2 che causa il covid-19. Il nuovo test è stato sviluppato da una società spinout dell’Università di Cambridge ed è in grado di diagnosticare l’infezione in meno di 90 minuti: è in fase di implementazione negli ospedali della cittadina inglese; sarà utilizzato nei punti di assistenza sia per pazienti che per operatori sanitari, possibili positivi, con un semplice tampone naso-gola. Poi dovrebbe essere lanciato a livello nazionale, grazie a una donazione di 3 milioni di dollari (circa 2,4 milioni di sterline) da parte dell’imprenditore e filantropo Sir Chris Hohn, che consentirà l’acquisto di 100 macchine. La donazione ha permesso all’Ospedale Addenbrooke, parte del NHS Foundation Trust della Cambridge University Hospitals, di ottenere in settimana le prime 10 macchine, denominate SAMBA II, per i reparti dedicati al nuovo coronavirus. Gli apparecchi cercano minuscole tracce di materiale genetico appartenente al virus, lo amplificano miliardi di volte chimicamente e quindi sono estremamente sensibili nel rilevamento di infezioni attive; il tutto in modo automatizzato. “Il sistema dunque è basato sulla modificazione genetica che è capace di misurare la presenza dell’infezione – spiega l’immunologo Pietro Mastroeni, PhD, ScD e docente dell’Università di Cambridge – tutti i reagenti e step sono integrati in un sistema unico che poi si interfaccia a un software. Lo stesso metodo è stato usato per diagnosticare l’HIV in laboratorio”. Cambridge per l’ennesima volta dimostra di essere assolutamente all’avanguardia sul fronte dell’infettivologia basata sulla genetica.