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Cancro in Sicilia: ogni anno sempre più casi negli over 70

Cancro in Sicilia: ogni anno sempre più casi negli over 70

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Ogni anno solo in Sicilia sono 13.500 i nuovi casi di neoplasia (oltre il 50% del totale) che riguardano gli over 70. I più diffusi risultano quello al colon-retto (1.975), al seno (1.900), al polmone (1.525), alla vescica (1.225) e alla cervice uterina (1.140).

Per discutere delle prospettive di cura in questa particolare categoria di pazienti a Palermo si è inaugurato il primo corso in Italia di Oncologia Geriatrica con Oncologia per i Geriatri e Geriatria per gli Oncologi, dal titolo ‘Advanced International Course On Management Of Elderly People With Cancer’.

“Sebbene il cancro non sia una malattia solo della terza età, il rischio di insorgenza negli over 70 è di 40 volte superiore rispetto a chi si ha un’età compresa tra 20 e 40 anni – afferma Antonio Russo, Tesoriere Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Palermo -. Bisogna poi aggiungere che spesso i pazienti anziani presentano una condizione di maggiore fragilità dovuta a disabilità o comorbidità. È quindi necessario che nel percorso di cura si tenga conto di queste specificità e si realizzi un approccio integrato tra geriatra e oncologo. Ma non solo, è importante anche che entrambe le figure abbiano nozioni proprie del settore di competenza altrui, per orientare correttamente il paziente oncologico e garantire la migliore assistenza”. Questo l’obiettivo dell’’Advanced International Course On Management Of Elderly People With Cancer’, diretto da Silvio Monfardini, Direttore del Programma Oncologia Geriatrica all’Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano. “Per veicolare informazione corretta bisogna che i giovani specialisti e geriatri siano aggiornati sui nuovi approcci terapeutici nei pazienti over 70 anche attraverso la discussione di casi clinici specifici – chiarisce Monfardini -. Solo così è possibile promuovere una cultura in cui al paziente anziano non venga precluso preliminarmente l’accesso alle terapie innovative ma si valuti quando se ne possa trarre beneficio. Necessario in primo luogo però istituire un chiaro percorso diagnostico-terapeutico assistenziale dell’anziano colpito da tumore. Per farlo requisito essenziale è che si realizzi una continuità di informazione ed offerte assistenziali fra ospedale e territorio”.

(Fonte: il Fatto Nisseno)