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“Ecco un’altra avventura di Carlino Mezzolitro, il personaggio inventato da Francesco Certo, protagonista delle sue “favolette morali”.
Carlino Mezzolitro e la bancarotta di Babbo Natale.
Arrivò la chiamata urgente, urgentissima del vecchio detto il Saggio.
Che sarà successo mai, quel vecchiaccio e le sue notizie, sempre vere…
Carlino Mezzolitro si vestì in fretta e furia, e in un men che non si
dica se lo trovò davanti.
Turbato, nervoso, come mai.
-Carlino, Carlino, che guaio grosso!
-Ch’è successo?
-Un mio amico lappone, fidatissimo, mi ha detto che, che, che
Babbo Natale ha fatto bancarotta! Capisci! Sono preocuppato, vai,
ti prego! Io verrei con te, ma le mie gambe, l’artrosi, non ce la faccio…
Carlino mandò due benedizioni al lappone pettegolo e al vecchiaccio
malato, ma non osò disubbidire, partì per il lungo e freddo viaggio.
Perché, è bene che si sappia, in quella parte del mondo il termometro
non supera mai lo zero, e il povero Carlino Mezzolitro, per quanto equipaggiato
di cappotti, sciarpe, eccetera appena arrivato si sentì come una granita dentro
un frigorifero.
Dopo un lungo peregrinare vide due renne, chiese, sì, lo aveva trovato.
Barba bianca, lunga, come da tradizione, ma incolta, il vestito rosso sbottonato
sul torace che lasciava vedere una maglia di lana sdrucita, confuso, distrutto.
-Ti manda il Saggio? Sapevo del tuo arrivo, mi hanno detto che hai poteri speciali,
ti prego, aiutami!
Non ho il becco di un quattrino, si, mi rimproveravano, mi dicevano risparmia,
ma come si fa a risparmiare coi bimbi, e poi sono diventati così esigenti, una volta bastava
una palla o una bambola di pezza per farli felici, ora…
Cosi si sono prosciugati i conti, le donazioni con la crisi sono diminuite e mi
vergogno, per la prima volta non posso comprare i giocattoli ai bambini!
-Ma non è possibile!!!
-È possibile, succederà, miei cuccioli, ho mandato un’email (Babbo Natale si aggiornava)
a tutti i genitori dei bambini ricchi che provvedano per i loro figli e per i bambini poveri.
Ma non mi fido, vedi, vai a controllare.
Carlino andò in giro per il mondo, i ricchi stavano provvedendo, ma a modo loro.
Avevano comprato giochi nuovi per i loro figli, e, tutti d’accordo, avevano riciclato
giochi usati per i poveri: dicevano che era uguale, che era importante il pensiero,
e che comunque la colpa era dei loro papà che non lavoravano abbastanza, che erano
poveri perché erano sfaccendati e che già stavano facendo tanto!
Carlino Mezzolitro che amava i bimbi poveri si ribellò.
Incominciò a bere il mitico fiaschetto guardando i ricchi negli occhi, una volta, due
volte, tre volte, nulla, non ci fu potenza, rimase lì, sconfitto, aspettando il Natale.
E il Natale arrivò.
Mentre suonavano le campane a festa per la Nascita di Nostro Signore, i bambini
si svegliarono cercando con ansia i regali.
I ricchi trovano giochi stupendi, con tante luci, con tanti suoni.
I poveri no.
Si, la carta regalo era nuova, ma alle bambole mancava un occhio, le macchinine
non avevano sportelli, i videogiochi senza batterie, un disastro!
I bambini poveri, incominciarono a piangere, a disperarsi, le urla delle creature
si sentivano in ogni angolo della Terra.
Carlino afflitto pensò di rivolgersi alla Fata Turchina, amica di un suo amico
nasuto di cui non ricorda il nome.
Arrivò subito e indignata.
-Maledetti, ora ci penso io!
Ruotò la bacchetta magica…
Scomparirono i giochi, sia nuovi che usati!
Ora piangevano anche i bambini ricchi!
Carlino pensò che fosse pazza, e invece…
Per tutto il pianeta si sentì una musica di banda allegra e clown, tanti
tanti clown, che invitavano i bambini, tutti i bambini a uscire per giocare con loro.
I cuccioli non si fecero pregare e insieme, ricchi e poveri, giocarono tutto il giorno,
ritirandosi a casa felici e esausti. I giochi e chi li pensava più, si erano sfrenati!
Carlino strizzò l’occhio alla Fata Turchina e felice tornò da Babbo Natale.
-Carlino, Carlino, grazie, mi hai salvato, i ricchi hanno capito!
Mi hanno mandato donazioni che sono tranquillo per un migliaio di anni,
un migliaio di anni, capisci!
Ho chiamato la Befana (non andiamo tanto d’accordo, capirai, la concorrenza…)
Il 6 gennaio doppia razione di giocattoli.
Per tutti i bambini del mondo.
Ricchi o poveri che siano.
Perché i bambini, sono tutti uguali.
Francesco Certo