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L’obesità: il punto di Carlo Casile

L’obesità: il punto di Carlo Casile

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Secondo il Ministero della Salute (2019), l’obesità è una malattia multifattoriale che si manifesta con l’accumulo di massa grassa sottocutanea e/o viscerale che porta ad una condizione patologica causando disfunzione negli organi.

Secondo una più recente definizione, l’obesità o adiposopatia è una malattia cronica progressiva e recidivante, ad eziologia complessa e multifattoriale, che richiede un trattamento a lungo termine.

L’obesità è attualmente la malattia cronica più stigmatizzata. Il personale sanitario non è adeguatamente formato per affrontare questa complessità e spesso l’approccio diagnostico/terapeutico è viziato da pregiudizi Ciò si traduce in un’assistenza non empatica e nella vergogna dei pazienti e impedisce lo sviluppo e l’accesso a programmi di assistenza efficaci.

I soggetti obesi (BMI >30%), secondo il Word Obesity Atlas, entro il 2030 saranno nel mondo circa 1 miliardo e 250 milioni.

Secondo Obesity Monitor 2023 (IBDO Foundation), in Italia ci sono oltre 5.600.000 obesi (11,4% della popolazione ma 13,2% al Sud), soprattutto maschi ma con enorme diffusione tra i bambini/adolescenti di 3-17 anni (nel Sud 35,25).

L’eccesso ponderale è il risultato della combinazione tra fattori genetici e fattori ambientali (alimentazione troppo ricca di calorie e povera di nutrienti, sedentarietà, fattori socio-economici, farmaci, etc.).

L’obesità, oltre alle complicanze cliniche e psicologiche, determina lo sviluppo di diversi fattori di rischio (ipertensione, dislipidemia, insulinoresistenza/diabete) che a loro volta inducono le principali malattie cardiovascolari (scompenso cardiaco, aterosclerosi, infarto, ictus) ed anche i tumori.

Purtroppo l’assistenza ai soggetti affetti da obesità è carente in tutto il mondo occidentale, a partire dalla diagnosi per finire alle terapie più idonee. Tutto ciò, ovviamente, comporta enormi costi diretti ed indiretti per tutti i sistemi sanitari del mondo occidentale.

Per tutti i suddetti motivi, l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), della quale in atto sono il Referente Regionale Sicilia, nel 2023 ha sentito la necessità di stilare le Linee Guida su “Terapia del sovrappeso e dell’obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta con comorbilità metaboliche”. Tali linee guida, redatte in collaborazione con altre Società Scientifiche (ADI, SIO, SICOB, SIGE) sono state pubblicate a gennaio 2023 sul Sito Nazionale Linee Guida (SNLG) e quindi hanno a tutti gli effetti valore medico-legale.

Secondo le Linee Guida AME 2023 obiettivo della terapia dietetica e comportamentale deve essere la perdita di almeno il 5 del peso corporeo in 3 6 mesi Nei pz adulti con BMI 27 40 resistenti al trattamento dietetico/comportamentale, senza e con comorbilità metaboliche correlate al peso pre diabete DM 2, NAFLD, dislipidemia, ipertensione) suggeriscono ulteriori interventi farmacologici e/o chirurgici

Secondo le Linee Guida AME 2023, dopo terapia dietetica e comportamentale, gli ulteriori interventi sono

– il trattamento farmacologico con:

  • Semaglutide 2.4 mg in pz obesi (specie n ei pazienti in cui la riduzione delle comorbilità renda necessaria una maggior perdita di peso) e nei pazienti con prediabete, diabete , NAFDL. Oltre alla perdita di peso corporeo ha un’evidente azione anti-infiammatoria e di protezione cardiovascolare (MACE)
  • Orlistat nei pazienti obesi dislipidemici
  • Naltrexone/ bupronione nei pz obesi con alimentazione emotiva
  • il trattamento con chirurgia bariatrica nei pz con obesità grave (BMI > 35 )

Va ricordato che per il 2023 la Rivista Internazionale “Science” ha dedicato la copertina ai nuovi farmaci GLP1 agonisti definendoli la svolta dell’anno in quanto stanno rimodellando la medicina e la cultura popolare

Originariamente sviluppati per il diabete, questi agonisti del recettore GLP1 sono in grado di indurre, oltre ad una significativa perdita di peso con effetti collaterali per lo più gestibili, una riduzione dei sintomi di insufficienza cardiaca e il rischio di infarti e ictus.