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di ROBERTA VILLA
Un picco di infezioni respiratorie in Cina, alcuni focolai di polmonite da Mycoplasma pneumoniae in Europa, la segnalazione di un caso di influenza suina passata all’uomo nel Regno Unito hanno diffuso nella popolazione una certa preoccupazione: non rischieremo di sottovalutare l’esordio di una nuova pandemia?
Al momento, nessuna di queste situazioni presenta contemporaneamente le caratteristiche necessarie a innescare una pandemia: un agente infettivo nuovo, capace di trasmettersi facilmente in una popolazione suscettibile.
In Cina e in Europa si parla infatti di virus e batteri ben noti, mentre l’infezione da virus dell’influenza suina nel Regno Unito sembra essere, almeno per ora, un caso isolato.
E anche l’influenza aviaria A(H5N1), che si sta diffondendo in maniera senza precedenti tra uccelli e altri mammiferi, ha colpito per ora solo sporadicamente esseri umani.
Ma andiamo con ordine, esaminando una per una le notizie riferite dai media.
Dottore, la Cina ci sta nascondendo qualcosa?
Verso la metà di novembre 2023, le autorità sanitarie cinesi hanno segnalato un notevole aumento dell’incidenza di infezioni respiratorie nel Paese. Una settimana dopo, al sito ProMED della International Society for Infectious Disease è arrivata la segnalazione che gli ospedali pediatrici di Pechino e Liaoning, nel nord della Cina, erano sovraccarichi di casi di polmonite [1]. Hanno poi cominciato a circolare fotografie e video di reparti affollati e bambini attaccati alle flebo, e in tutto il mondo si è cominciato così a temere di trovarsi di fronte a una nuova minaccia pandemica.
È ancora vivo il ricordo delle rassicurazioni provenienti nelle prime settimane del 2020 dal governo di Pechino, secondo cui il nuovo coronavirus si diffondeva a fatica tra le persone, e solo in presenza di sintomi. Accusata di essere stata troppo condiscendente in quell’occasione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stavolta ha chiesto immediatamente alla Cina di condividere le informazioni di cui è in possesso [2]. I Centri Cinesi per il Controllo delle Malattie hanno risposto subito, ribadendo che il Paese si trova di fronte a un’ondata di varie malattie respiratorie note, attribuite a vari agenti infettivi, virali e batterici: influenza, Covid-19, polmoniti da Mycoplasma pneumoniae e bronchioliti da virus respiratorio sinciziale (RSV) nei bambini [3].
Dottore, è tutta colpa del lockdown?
Un fenomeno del genere si è verificato ovunque dopo la fine delle restrizioni imposte per controllare la pandemia. Mentre le chiusure, i distanziamenti e l’uso delle mascherine avevano abbattuto, fino a far sparire, la circolazione di altri virus meno contagiosi di SARS-CoV-2, il ritorno ai comportamenti abituali ha lasciato il via libera a tutti gli altri agenti infettivi tenuti a bada per mesi o anni [4-7].
Qualcuno ha parlato di “debito immunitario”, ma come abbiamo spiegato nella scheda “I bambini oggi si ammalano di più per un ‘debito immunitario’ dovuto a lockdown e mascherine?” quando il fenomeno ha colpito l’Italia, occorre intendersi bene su questa espressione. La mancata esposizione ai virus durante i primi anni di vita non indebolisce le difese dell’organismo. Semplicemente, i bambini che non hanno incontrato un germe prima sono ancora suscettibili quando vi incappano in un momento successivo, sommandosi al numero di piccoli che comunque si sarebbero ammalati all’inizio dell’inverno.
La Cina è stata il Paese che ha mantenuto più a lungo e in modo più severo la politica detta Zero-COVID, che cercava di bloccare sul nascere ogni possibile focolaio. Solo da un anno il virus è stato lasciato libero di circolare come nel resto del mondo e questo è, dal 2019, il primo autunno in cui gli agenti infettivi che si trasmettono per via respiratoria non trovano ostacoli, dal momento che l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici, negli uffici e nelle scuole è stato rimosso solo ad aprile 2023. È normale – e largamente atteso, quindi – che il numero di infezioni respiratorie (Covid-19 compreso) sia superiore a quello degli anni scorsi.
Dottore, ma che cosa sono le polmoniti da micoplasma?
Una parte dei bambini che stanno affollando per cause respiratorie gli ambulatori e i reparti degli ospedali cinesi sono colpiti da virus respiratorio sinciziale, in una misura mai vista prima, come – lo abbiamo spiegato l’anno scorso nella scheda “C’è una nuova epidemia di virus respiratorio sinciziale (RSV) nei bambini?” – è accaduto anche in Occidente.
Altri però sembra siano contagiati da Mycoplasma pneumoniae, che sopravvive e si riproduce solo all’interno delle cellule, come fosse un virus, ma è un batterio. Non è un agente infettivo nuovo, o appena scoperto. Si trova spesso nelle vie respiratorie, dove provoca mal di gola o raffreddori, ma talvolta, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti, può provocare polmoniti dette “atipiche”, perché mancano di molte caratteristiche proprie di altre infezioni batteriche polmonari. In totale, si stima che Mycoplasma pneumoniae sia responsabile del 10-20% di tutte le polmoniti. In genere, si cura bene con un’adeguata terapia antibiotica [8].
Epidemie di micoplasma si verificano periodicamente, per cui anche il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Epidemie (ECDC) ritiene che l’aumento dei casi registrato in sei Paesi dell’area di sua competenza sia compatibile con la normale circolazione del batterio, che torna dopo essere rimasto sottotraccia nei tre anni passati [9].
Dottore, ma è vero che sta tornando anche l’influenza suina?
La notizia ha trovato meno spazio sui media rispetto agli allarmi sulle cosiddette “polmoniti cinesi”, che, come abbiamo visto, non sono tali. Eppure, riguarda un virus potenzialmente pandemico: il virus dell’influenza suina A(H1N2). Fino al 2020, infatti, era soprattutto dai virus dell’influenza che circolano tra uccelli o maiali (quelli dell’influenza aviaria o suina) che ci si aspettava potesse arrivare la prossima pandemia. Questi tendono a mutare e ricombinarsi tra loro dando origine a virus completamente nuovi, che, se riescono a passare agli esseri umani (con un processo detto “spillover”) e ad acquisire la capacità di trasmettersi da persona a persona, possono scatenare una pandemia. Capitò con l’influenza detta “spagnola”, con l’Asiatica e con l’Hong Kong, e più recentemente, nel 2009, con l’influenza A(H1N1), impropriamente ricordata come “suina”.
Un altro virus dell’influenza suina – A(H1N2) – che sta circolando tra i maiali nel Regno Unito è stato recentemente individuato in un essere umano prendendo il nome di A(H1N2)v, dove la lettera “v”, che sta per “variante”, indica il passaggio a un essere umano. Si tratta di un signore che si è rivolto al suo medico nel North Yorkshire per i sintomi di un’influenza, da cui si è già ripreso senza particolari complicazioni. Il caso è stato quindi individuato solo grazie al sistema di sorveglianza in atto nel Regno Unito, che ha subito comunicato la scoperta all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sebbene infatti il virus non si sia trasmesso ad altre persone, ogni caso di spillover deve essere registrato per innescare una serie di controlli sulle fonti del contagio e sulla sua possibile trasmissione ai contatti più stretti. Per il momento tra le persone non è stato individuato nessun passaggio del virus, che quindi attualmente è tenuto sotto controllo, ma non desta preoccupazione. Ceppi diversi di A(H1N2) hanno già provocato in passato una cinquantina di casi negli esseri umani, senza mai provocare focolai [10].
(Fonte: dottoremaeveroche.it)