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a cura di Giuseppe Ruggeri
Tra i messinesi “d’adozione” illustri, figura sicuramente Nuccio Fava, storico direttore di Tg1 e Tg3. Nato a Cosenza nel 1939, la sua famiglia si trasferì presto a Messina dove Fava ha compiuto gli studi e si è laureato in giurisprudenza nel 1966. Conduttore di tante tribune politiche negli anni Sessanta-Settanta, inviato dei viaggi papali di Giovanni Paolo II (a Cuba, il Pontefice polacco riuscì a ottenere la partecipazione alla Messa da lui celebrata dello stesso Fidel Castro) e oggi presidente della sezione italiana dell’Associazione Giornalisti Europei, Fava occupa un posto di notevole rilievo nella storia del giornalismo moderno.
Il 21 maggio u.s., nei locali della Feltrinelli Point, reduce da un incontro svoltosi il giorno prima con la classe docente e discente del Liceo-ginnasio “Maurolico” (di cui è ex-allievo), Nuccio Fava si è incontrato con un folto pubblico per parlare di Europa, d’Italia ma soprattutto della sua Messina. Una città che non ha mai costituito per lui uno sfumato sedimento di ricordi, ma piuttosto la memoria viva e palpitante degli anni della giovinezza vissuta tra le file della FUCI (della quale è stato dirigente nazionale), gli allori della squadra italiana di basket nella quale militava durante il periodo di frequenza universitaria, e i tanti amici messinesi con cui si è formato. A suo fianco vi era allora, tra gli altri, il compianto Giorgio Boris Giuliano, trucidato dalla mafia nel 1979, di cui Fava ha rammentato con commozione il vivace spirito goliardico e la generosa disponibilità amicale.
Ricco, l’uditorio presente, di personalità che hanno segnato la storia della Messina dell’epoca; tra questi, la giornalista Italia Moroni Cicciò, lo scrittore Geri Villaroel, l’ex-presidente del CONI Giovanni Bonanno e l’ex-sindaco Franco Providenti. Coordinata da Sergio di Giacomo e Milena
Romeo, dell’Associazione “Antonello da Messina”, la conferenza è stata un motivo in più per sottolineare l’importanza della sana “messinesità” dei tempi andati, da proporre come modello di sviluppo per le giovani generazioni. Nell’imperante epoca dell’informazione digitalizzata, la voce di Nuccio Fava, giornalista di razza e protagonista attivo del suo tempo, ha avuto il merito di ribadire la preminenza della comunicazione diretta e partecipata rispetto alla sempre più incontrollata “fuga di notizie” del web.