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Commento di un medico barcellonese all’editoriale di Salvo Rotondo

Commento di un medico barcellonese all’editoriale di Salvo Rotondo

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Riceviamo e pubblichiamo questo commento all’editoriale pubblicato nei giorni scorsi (Link) dal titolo “Quando la professione medica avrà la completa rivalsa sulla classe politica?

Gentilissimo Direttore,

sono un  medico iscritto all’Albo della nostra Provincia da oltre 40 anni. Stamane leggendo il Suo articolo (“Quando la professione medica avrà la completa rivalsa sulla classe politica?”) ho provato un irrefrenabile e spontaneo sentimento di stima ed ammirazione nei Suoi confronti.

Lei, con parole chiare, incisive (ma garbate) ha illustrato lo stato di criticità, e fatto intuire (aggiungo io) anche la  frequente condizione  di deplorevole ritorsione,  in cui operano  tanti colleghi non manovrabili “al prezzo più basso“. Io stesso, ora in pensione, ne sono stato vittima, in un passato non molto lontano!. Ma l’argomento non è questo!.  La prassi delle aziende sanitarie di utilizzare i propri dipendenti (in primis i pochissimi  sanitari assunti  per competenza e non per appartenenza, in virtù di eventi  non controllabili), come “Bancomat Assicurativo” ha leggittimato un’abitudine deplorevole, tendente alla superficialità ed al pressapochismo, di molte figure, purtroppo con ruoli determinanti, nella nostra stessa Sanità.

In un recente passato, qualche politico ha creduto, anche, di equiparare  il ruolo del medico  a quello proprio  di “venditore di fumo”  e, quindi, nella programmazione e decisionalità, ha creduto  (con incredibile e colpevole presunzione)di potersi sostituire ai sanitari! Vedasi soprattutto in occasione del No- Vax, quando molti hanno  creduto di cavalcare la  tigre (altrui ) invece di limitarsi a cavalcare il proprio  gatto! 

Non mi sembra opportuno fare dietrologie per andare a vedere (o ricordare) chi, come, e con l’aiuto di chi, abbia potuto maturare codesta malsana e miope convinzione. Certo si rimane profondamente amareggiati e delusi quando, anche in questo gravissimo tempo di coronarvirus,  ci si accorge che REALMENTE, manca ancora l’indispensabile “rispetto nei riguardi delle classe sanitarie tutte e quella medica in particolare” !

Un proverbio dice che “Il Tempo è Galantuomo” :  ed esprime molteplici concetti. Lei ne evidenzia alcuni  quando, a conclusione del Suo articolo, scrive che ” La perdita della memoria non aiuta a non rifare gli errori o, peggio, a ricommetterli nell’idea folle che alla lunga il risultato sarà diverso”. Io credo che il Tempo, inscindibile dagli accadimenti umani, è galantuomo ma per questo richiede che la memoria degli uomini sia sempre attiva! La mancanza di memoria degli eventi passati, voluta o non voluta, comporta  la quasi certezza di farci ripetere azioni già compiute sia nel bene quanto nel male!. Sarà positivo se dette azioni  avevano prodotto un bene, sarà negativo se dette azioni  avevano prodotto un male:  non è garantito, in ogni caso, lo stesso grado di positività e/o negatività generata nel passato,  perchè i tempi d’azione sono diversi. E’ sicuro, però, che il tempo rivelerà al mondo quale tipo di azione avevamo compiuto nel passato e/o ripetuto nel presente: ecco perchè “galantuomo”.

Gentilissimo Direttore, concludo  affermando, con la più profonda convinzione, che il Suo articolo merita la più ampia diffusione sui quotidiani nazionali o, quanto meno, debba essere portato a conoscenza di tutti i colleghi dei vari Ordini dei Medici d’Italia.  Potrebbe essere utile perchè, chi sta nel “sottobosco” potrebbe essere stimolato ad uscirne, senza pubblicità , liberandosi, pur se lentamente, del “fogliame”e capire che è davvero giunto il momento di lavorare per appianare ed annullare “il diffuso rapporto conflittuale tra la classe medica e la società”!

Ringraziandola della pazienza, voglia gradire i miei più cordiali saluti.

dott. Gambino Antonino