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“In Sicilia occorre prendere in considerazione un modello diverso di reclutamento dei medici delle aree di pronto soccorso, poiché i posti banditi mediante le gare di bacino, appena svoltasi, sono risultati superiori rispetto al numero dei medici che si sono presentati”. E’ questo il punto che si porta all’attenzione dell’assessore Razza – come spiega Clemente Giuffrida, coordinatore per le regioni del consiglio nazionale SIMEU, anche direttore UOC MCAU IRCCS Piemonte Messina – a margine della due giorni del XVI Congresso Regionale SIMEU (Società Italiana Medicina Emergenza- Urgenza), Sezione Sicilia, che si è conclusa a Ragusa Ibla, presso l’Auditorium S. Vincenzo Ferreri. “Nella nostra regione – aggiungono Antonio Giovanni Versace e Giovanni Noto, rispettivamente presidente regionale SIMEU Sicilia e tesoriere dell’ufficio di Presidenza ( anche presidente dell’edizione congressuale) nonostante l’assessore abbia cercato di risolvere il problema, mediante i concorsi di bacino, a causa della collocazione in graduatoria, quei medici che si sono piazzati in sedi lontane dai luoghi di residenza, hanno rinunciato. Molti di essi, infatti, svolgendo già da tempo servizio in un determinato pronto soccorso, non potendosi stabilizzare nello stesso, a oltre 50 anni, e con una vita famigliare già strutturata, hanno avuto difficoltà ad accettare sedi lontane. Oltre al fatto che il rischio è di svuotare i pronto soccorsi periferici, favorendo le grandi città”. “A nostro avviso – continuano gli esponenti del direttivo regionale SIMEU – sarebbe più opportuno procedere a dei bandi per ASP che consentano a ciascuno di puntare, con una soluzione di continuità, alla sede dove già si trova e tengano, altresì, conto, della cd. brendizzazione delle aziende, e, quindi, delle specificità dei diversi PS, in linea con la vocazione assistenziale della struttura, affinché chi ha consolidato un’esperienza in un certo contesto possa metterla a frutto, a vantaggio dell’organizzazione dei percorsi ”. Ai lavori del congresso era presente il direttore generale dell’ASP di Ragusa, Angelo Aliquò, che ha evidenziato: “Siamo in una fase di pericolo. L’Italia si fonda sul diritto alla salute. Al legislatore spetta mantenerlo. La carenza di medici di Pronto Soccorso è un problema nazionale, che passa innanzitutto dalla necessità di reperire risorse umane”.