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Covid-19: l’incolpevole pipistrello

Covid-19: l’incolpevole pipistrello

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di Angelo Petrungaro

Se il pipistrello potesse parlare (un giorno si arriverà anche a questo) la direbbe la verità! Verità che oggi i più non sanno cosa sia. Ma essa, quando non si manipola “Ad usum Delphini”, per propria forza intrinseca prima o poi viene fuori. Anzi più prima che poi. Al tempo in cui viviamo le guerre non si combattono sui campi di battaglia come succedeva al tempo di mio nonno come dicevo io quand’ero ragazzo, ma …..altrove, come captato nell’immediato perfino dal cosiddetto uomo della strada anzi pardon da common woman.

E’ sempre stato questo l’iter della verità: prima sottaciuta, poi vietata, poi ancora ridicolizzata, infine dimostrata. Spesso quand’era troppo tardi però! Numerosi sono gli esempi che si potrebbero fare in riferimento al passato e anche al presente. È risaputo: “historia magistra vitae”, ma il suo significato odierno si arricchisce, perché aggiunge un altro tassello al già ricco tabloid. La storia ci informa, non certo per suscitare ilarità, ma per metterci in guardia e prendere gli opportuni provvedimenti, che le epidemie ci sono state nei vari secoli.

Durante gli ultimi mesi della Grande Guerra arrivò la febbre spagnola. Per evitare il panico tra i soldati e la popolazione, la censura militare e civile si abbattè inesorabile sui mezzi di informazione – Foto: Gazzetta di Mantova 1918
Pronto soccorso per curare i malati colpiti dalla pandemia del 1918 al campo di addestramento statunitense di Camp Funston, nel Kansas, dove si registrarono i primi casi ufficiali di Spagnola
Foto: SPL / Age Fotostock

Ricordo la peste a Firenze, di cui ci dà notizia il Boccaccio nel Decamerone; quella a Milano, di cui ci parla il Manzoni ne I Promessi Sposi, alle quali si possono aggiungere in secoli più recenti quelle di Messina e di Napoli.

Durante l’epidemia di influenza spagnola (1918-1920) non è permesso salire sui tram di Seattle senza mascherina
Foto: Red Cross / Seattle, Wa 1918

Potrei fare la cronologia di ognuna di esse, ma preferisco ricordare solo la cosiddetta “spagnola“, (che mi privò della nonna paterna), in riferimento alla quale sul giornale “Il Popolo d’Italia” dell’ottobre 1918 il direttore Benito Mussolini scrisse che per difendersi da quella epidemia bisognava astenersi da baci, abbracci e strette di mano e salutare romanamente.

Evidentemente la civiltà romana ha sempre insegnato. Niente di nuovo quindi con le regole odierne! Eppure Commissioni di qua e Task Force di là. Insomma a buon intenditor poche parole! In ambito sanitario ad alto livello oggi abbiamo l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità ossia World Health Organization) che di malattie se ne dovrebbe intendere e di pandemie ancor di più. Ma si è rivelata di una incompetenza tale che maggiore non si può; lo hanno dimostrato le continue Ordinanze, o Regolamenti che dir si voglia, che alternavano confusione a pressappochismo insomma “Dum Romaeconsulitur, Seguntum expugnatur”. Ma di che cosa si occupa l’OMS?..del Gioco del Lotto? Oppure ”Ubimaior, minor cessat”?

Che dire poi dei cosiddetti Piani nazionali di preparazione, per fronteggiare eventuali epidemie, nati ben 10 anni fa? Certo non si preparavano da soli, ci voleva sempre la mano dell’uomo, ma dell’uomo intelligente, preparato e volenteroso. Doti che non si sono notate nelle Istituzioni ad essi preposte.

Mi viene in mente il Carducci: “Meglio nembi sfidar al monte in cima

che belar gregge nella valle opima”.

Quante volte abbiamo assistito in questi anni ai tagli nella Sanità! E oggi abbiamo constatato a quale prezzo si pagano gli errori!

Ma, se “errare humanum est, perseverare in errore diabolicum est”.