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Il tema del ‘long term care’, ossia del sistema assicurativo che provvede a coprire le spese derivanti dall’impossibilità di svolgere autonomamente le normali funzioni della vita quotidiana, richiama fortemente l’invecchiamento della popolazione che vede l’Italia seconda al mondo dopo il Giappone, seguita dalla Grecia. Di conciliazione tra nuove necessità e tenuta del sistema se ne è parlato stamattina nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, al Senato, al convegno ‘Long Term Care: sviluppo e sostenibilità’, promosso dall’Associazione Lavoro&Welfare – presieduta dall’ex ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Cesare Damiano – in collaborazione con lo Studio Labores e con lo Studio Attuariale De Angelis Savelli e Associati.
“È necessario costituire un’alleanza tra pubblico e privato”, ha dichiarato Cesare Damiano introducendo gli ospiti, relatori dell’incontro. Secondo Riccardo Cesari (Ivass): “Si potrebbe immaginare un partenariato Stato, imprese, terzo settore in cui lo Stato stabilisce regole e agevolazioni fiscali, i datori e i lavoratori versano contributi, le compagnie erogano le rendite e/o i risarcimenti in ‘forma specifica’ mediante imprese sociali specializzate, con presidi e vigilanza sulla qualità dei servizi”.
“Serve una riflessione sul sistema di fondi sanitari e integrativi- ha detto Domenico Proietti, segretario UIL- La UIL ha una posizione molto chiara che ribadisce l’importanza del sistema sanitario nazionale pubblico. Per riallineare la spesa sanitaria pubblica occorrono 10 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni. In molte regioni si rischia il default della sanità pubblica. Noi stiamo interloquendo con il Governo. Serve destinare risorse aggiuntive al fondo sanitario Nazionale. Per i fondi sanitari integrativi ribadiamo che sono una libera scelta frutto della contrattazione e devono essere sempre più adeguati fornendo prestazione ai lavoratori e alle lavoratrici. La governance finora ha dato una buona prova di sé, l’obiettivo della UIL è di rafforzarla per ottenere risultati migliori”.
“Come Fondazione ENPAM dobbiamo contemperare l’esigenza di mantenere e tenere efficiente il patto tra generazioni subentranti- ha detto durante il convegno Alberto Oliveti, Enpam – Adepp- Per la generazione che ha già lavorato e merita tutti i supporti la polizza ‘Long term care’ ha un significato ancora più importante. Cerchiamo però di portare anche i giovani alla comprensione di questo patto tra generazioni subentranti. Chi arriva al quinto anno di medicina difficilmente non farà il medico, per questo può iscriversi alla Fondazione ENPAM pagando una cifra irrisoria di 10 euro al mese. Con 120 euro l’anno gli studenti laureandi hanno tutto un pacchetto di prestazioni come tutti gli altri iscritti. Questa nostra proposta ottiene un grande riscontro e consente di tenere compatte le file di questa platea che sarà l’elemento fondante del patto generazionale”. “Le famiglie con il decisore economico oltre i 65 anni detengono il 36% della ricchezza nazionale. Entro il 2025 la popolazione oltre i 65 anni non autosufficiente è in grande crescita. Si deve unire il risparmio a polizze ‘Long term care'”, ha detto Dario Focarelli di Ania al convegno sul tema nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Luca Del Vecchio di Confindustria ha poi ribadito che “la salute può generare valore a tutto vantaggio del sistema di welfare”. Daniela Barbaresi, Cgil, ha invece sottolineato la necessità di mettere in sicurezza la sanità pubblica, cui sono stati tagliati miliardi, prima di parlare di sanità integrativa”.
A concludere le riflessioni è Anna Trovò della CISL: “C’è un’insufficiente consapevolezza degli strumenti creati dalla contrattazione per la sanità integrativa, che copre 14 milioni di persone. Ci deve essere sinergia con la sanità pubblica che deve restare il pilastro centrale del sistema”.