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Dieta mediterranea, i 10 anni del riconoscimento Unesco quale patrimonio dell’Umanità

Dieta mediterranea, i 10 anni del riconoscimento Unesco quale patrimonio dell’Umanità

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Dieci anni fa, il 16 novembre, l’Unesco a Nairobi inseriva la Dieta Mediterranea (DM) nel “Patrimonio Mondiale Intangibile dell’Umanità”, riconoscendo in questa dieta un “insieme di pratiche tradizionali, conoscenze e competenze, tramandate di generazione in generazione, capace di fornire un senso di appartenenza e di continuità per la popolazione di riferimento”. 

L’aver ottenuto l’iscrizione della DM nella lista UNESCO ha contribuito a valorizzare in questidieci anni un tesoro che abbiamo, inconsapevolmente, ricevuto in eredità dai nostri padri, facendoci prendere coscienza della sua grande ricchezza e significato. Oltre all’aspetto sociale e psicologico, già importantissimi e richiamati nella motivazione dell’UNESCO, i pregi si estendono, attraverso un fil rouge positivo, ad ambiti diversi da quello ambientale a quello economico e – di non minore importanza –alla salute e al benessere, tutti di grande attualità e rilevanza. 

Questa celebrazione decennale, seppure cade in giorni focalizzati sulla lotta alla pandemia di COVID, fornisce un ulteriore stimolo al dialogo, scientifico e culturale, a livello locale, nazionale e internazionale, e ad attivare una serie di azioni volte ad assicurare la trasmissione alle generazioni più giovani dell’importanza dei principi che sono alla base della DM. 

Per il Ministero della salute, la Dieta Mediterranea rappresenta un vero e proprio strumento di sanità pubblica per la promozione della salute, la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e lotta al triplo burden della malnutrizione (malnutrizione per difetto, per eccesso e da micronutrienti).  
In questi anni, a dimostrazione dell’attenzione e al convinto impegno che dedichiamo alla  sua promozione, abbiamo avviato diverse iniziative. 
Attraverso il Tavolo “Italia – Decade per la nutrizione” – in ossequio alla Risoluzione ONU Decade of action on malnutrition 2016-2025 e dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 17 dell’agenda 2030 (che incita ad un partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile) – stiamo lavorando  su questo tema in modo innovativo e con un coinvolgimento  multidisciplinare, interistituzionale e degli stakeholders (con la partecipazione dei Ministeri dell’Istruzione, dello sviluppo economico, degli Affari Esteri, dell’Agenzia Internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo, degli Istituti nazionali ISS, CREA, CNR e in stretto collegamento con  le Agenzie internazionali dell’ ONU interessate, FAO ed OMS). 

Il Tavolo sta sviluppando iniziative a livello nazionale ma, soprattutto, nel contesto internazionale per la realizzazione di un Action Network (AN), che nasce per promuovere tutte le diete tradizionali, sane e sostenibili (e per il nostro Paese ovviamente la DM), con invito ai Paesi membri dell’ONU,  a partecipare a questo Action Network, auspicando una adesione che possa andare anche oltre il bacino del Mediterraneo per un confronto sulle diete tradizionali, sane e sostenibili basato sulle evidenze scientifiche che confortano il sapere e le usanze tradizionali che le hanno fatte nascere e sviluppare. 

Percelebrare i 10 anni del Dossier Unesco sulla DM come Patrimonio Mondiale Intangibile dell’Umanità è stato realizzato,  con l’intento di assicurare la trasmissione, alle nuove generazioni, dell’importanza della DM e dei suoi principi, il folder  “A scuola la salute è sempre promossa,  utile a far comprendere agli studenti che, per poter costruire un futuro migliore, è importante prendersi cura – tutti insieme – dell’ambiente e delle persone vicine, facendo attenzione alle scelte quotidiane, tra le quali quelle relative agli alimenti e alla riduzione degli sprechi. Adottando una alimentazione consona ai principi della Dieta mediterranea si può fare la differenza e aiutare a migliorare il nostro pianeta. Vogliamo che i nostri ragazzi siano ben consapevoli che la DM, oltre a fornire i giusti nutrienti, produce effetti positivi anche sulla sfera sociale, economica e ambientale. Privilegiare il maggior consumo di cereali, legumi, frutta e verdura di stagione con una giusta quantità di cibi non raffinati, consente anche di impiegare in modo virtuoso le risorse naturali, come il terreno e l’acqua, e di ridurre le emissioni di gas serra, rispettando l’ambiente. 

Evento

Opuscolo

(Fonte: quadernidellasalute.it)