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Epatite C, Toscana in stallo sul fronte eradicazione: manca una strategia

Epatite C, Toscana in stallo sul fronte eradicazione: manca una strategia

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Auspicabile istituire un point of care all’interno di ogni Ser.d.

“Per quanto riguarda le politiche di eradicazione dell’HCV in regione Toscana, in questo momento siamo in una fase un po’ di stallo, perché non è stato ancora deciso quale possa essere la strategia da seguire. Recentemente c’è stata una riunione in cui è stato semplicemente deciso che, per il momento, verrà posta l’attenzione soprattutto nell’estensione dello screening a livello dei Ser.D. e a livello delle carceri. Questo perché dai dati che vengono forniti a livello nazionale e regionale sembrerebbe ancora piuttosto basso il tasso di effettuazione dello screening nei Ser.D. nei confronti dell’HCV. La regione ha quindi deciso di ricominciare a pressare soprattutto su queste strutture per arrivare ad ottenere il massimo dello screening nei pazienti afferenti alle strutture stesse”. Lo ha dichiarato il dottor Pierluigi Blanc, Direttore SOC Malattie Infettive II, Azienda USL Toscana Centro, intervenuto in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo incondizionato di AbbVie.
Il corso, dal titolo ‘L’eradicazione dell’HCV nei Ser.D.: rapporto con i centri di riferimento tra vecchie esigenze e nuove opportunità’, rientra nell’ambito di ‘HAND – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il progetto di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD) che dal 2019 coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse città italiane. “Sarebbe ottimale ed auspicabile- ha proseguito Blanc- che si arrivasse ad istituire un point of care all’interno di tutti i Ser.D., perché in quel modo il paziente HCV positivo non avrebbe necessità di essere inviato presso i centri di riferimento ma potrebbe, all’interno dei Ser.D., svolgere tutto quello che gli serve, ovvero dalla diagnostica ematica e strumentale fino alla prescrizione e alla somministrazione della terapia. Questo, dunque, garantirebbe sicuramente un risultato ottimale”.

“Purtroppo- ha infine affermato- questo fenomeno non è ancora raggiungibile per quanto riguarda la nostra realtà, perchè al momento non abbiamo un personale a sufficienza per poter garantire la presenza di un infettivologo all’interno di ogni Ser.D., che sarebbe la soluzione ideale per arrivare all’allestimento di un point of care efficace”.
Al Corso ha preso parte anche il Dottor Fabrizio Fagni, Direttore Unità Funzionale Complessa Dipendenze Pistoia, Azienda USL Toscana Centro. “Confermo che sarebbe interessante istituire un point of care nel Ser.D.- ha sottolineato- perché permetterebbe di raggiungere persone che, a volte, rischiamo di perdere durante il tragitto, magari anche dopo averlo iniziato. Ai Ser.D. di Montecatini e di Pistoia stiamo mettendo a punto le modalità di screening più adeguate al fine di raggiungere il maggior numero di persone possibile”.
“L’idea del Dottor Blanc è certamente condivisa- ha continuato- ma confermo che in questo momento è di difficile realizzazione a causa della carenza di personale.” Il Dottor Fagni ha poi tenuto ad informare che “la popolazione della provincia di Pistoia è di poco inferiore a 180mila persone. A queste se ne aggiungono altre 120mila della Valdinievole, per un totale di circa 300mila persone come bacino d’utenza. Gli utenti dei due Ser.D., ammontano a circa 1.500 persone per le varie tipologie di dipendenza. Per quanto riguarda gli screening, abbiamo iniziato e viene proposto a tutti i nuovi utenti e via via vediamo di recuperare anche quelli che frequentano il Ser.D. da più lungo periodo. In entrambi i Ser.D., il numero di persone “screenate” ammontano a circa 100.