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“Consolidare il nostro ruolo al servizio degli altri. Mantenere la barra dritta riguardo alle nostre competenze di medici che non rispondono ad alcuna altra logica se non a quella etica, deontologica di professionisti competenti per formazione, a tutela della salute dei cittadini”.
È questa, per il Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, la risposta dei medici alla pandemia. E, ad indicarla, l’esempio di Roberto Stella, primo medico a cadere per il Covid, e di tutti i colleghi che hanno offerto il loro impegno, sino all’estremo sacrificio.
In ricordo dei 179 medici deceduti durante la pandemia si terrà, domenica 18 ottobre, festa di San Luca Medico, alle ore 11, presso il Tempio Votivo dei Medici d’Italia a Duno, in provincia di Varese, una cerimonia. All’interno del Sacrario che sorge accanto al Tempio, unico in Italia, dedicato ai medici morti nell’adempimento del loro dovere, in guerra e in pace, sarà scoperta una stele con i loro nomi. Il nome di Roberto Stella, che di questo luogo sacro era il curatore, oltre ad essere il Presidente dell’Ordine di Varese e Coordinatore Area Formazione della Fnomceo, sarà inciso anche sui marmi della chiesa.
A rappresentare la Federazione, e a portare il messaggio del presidente Anelli, sarà Gianluigi Spata, componente del Comitato Centrale. Sarà possibile seguire la cerimonia, e la Messa che la precederà, a questo link.
“La santa Messa che annualmente viene celebrata in ricordo dei caduti nell’esercizio della professione medica, per il bene della popolazione – spiega il Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, Marco Cambielli – è una tradizione che quest’anno assume un significato particolarmente vivo ed attuale perché ricorda un numero assai elevato di medici caduti per il dovere in Italia, ed, in primis, il carissimo amico e precedente Presidente dell’Ordine di Varese, Dottor Roberto Stella”.
Ogni anno, infatti, in occasione della Festa di San Luca, l’Ordine di Varese organizza una celebrazione, per commemorare i medici che, nei mesi precedenti, abbiano perso la vita per seguire i principi del loro Giuramento. “Un momento speciale” lo definisce Anelli, che “riveste, in un anno che nessuno potrà dimenticare, un valore che va al di là della tradizionale occasione che ci ha visto, negli anni scorsi, commemorare insieme tanti colleghi scomparsi nell’esercizio delle proprie funzioni professionali, a tutela della popolazione”.
“Oggi siamo qui ed è un raccoglimento diverso, una commozione di differente intensità perché diverso, inimmaginabile, imprevedibile il contesto che ci siamo trovati ad affrontare e che purtroppo non può dirsi ancora superato – continua il Presidente nel suo messaggio -. In maniera retorica in questi mesi si è detto e ripetuto che “il virus ha cambiato il mondo”, ed è la pura verità. La storia ci insegna che l’umanità ha attraversato e superato epidemie e pandemie; la peste di Atene del 430 a.C., la peste manzoniana del ‘600, tanto per citare gli eventi universalmente richiamati in questi mesi, la Sars, l’Ebola per citare i più recenti”.
“Oggi nella nostra realtà globalizzata ci troviamo a vivere un evento che porta in sé una crudezza d’altri tempi, una sofferenza che ciascuno di noi chi più chi meno ha vissuto in prima persona – ricorda ancora Anelli -. Tutti abbiamo avuto un parente, un collega, un amico, un semplice conoscente scomparso per COVID 19 o comunque colpito dal virus, che ha vissuto una storia di malattia terribile per virulenza e per difficoltà di cura”.
“Il carissimo amico, collega, Presidente Roberto Stella che ha tragicamente aperto l’infinita catena di colleghi deceduti per coronavirus è nei nostri cuori, nella nostra mente, ogni giorno, quale esempio di medico appassionato della propria Professione, quale Uomo entusiasta nel veicolare le sue energie e il suo impegno verso i giovani colleghi da formare, per renderli medici veri al servizio degli altri – prosegue -. Ricordare lui, qui, per me, come amico e nella veste di Presidente nazionale della FNOMCeO è una maniera per ricordare tutti i colleghi i cui nomi sono già incisi nel Tempio-Sacrario di Duno ma anche e soprattutto per ricordare gli scomparsi di questo terribile anno. Tanti nomi, troppi nomi sono incisi sulla scultura che oggi viene ad affiancare gli altri. Tante le riflessioni che si affollano. Un’esperienza questa della pandemia che ha messo in discussione sistemi di convivenza sociale, dinamiche economiche e ordinamentali, che ha spostato valori e priorità, che ha fatto emergere contraddizioni, disuguaglianze, fragilità ed esclusioni”.
“Cosa trarre da questa emergenza sanitaria, cosa fare per il futuro? – si domanda -. Noi quali medici, quali soggetti in possesso di competenze specifiche, riferimenti sociali per la collettività abbiamo già dato la nostra risposta. Con il nostro impegno, con la dedizione espressa fino allo stremo delle forze, con l’assunzione di responsabilità”.
“Come dimenticare i tanti esempi di colleghi che hanno intasato nei giorni più caldi della epidemia i computer dei nostri Ordini e della FNOMCeO, con le loro mail di disponibilità a correre in aiuto dei colleghi delle “zone rosse” alle prese con un’ondata di malati di proporzioni incalcolabili – rammenta -. Gli OMCeO che sono diventati centro di smistamento di DPI, di presidi di protezione individuale, nei giorni in cui gli approvvigionamenti erano quasi impossibili. I colleghi più giovani che con la loro energia e voglia di esserci hanno coperto le esigenze negli aeroporti. Hanno risposto nelle prime ore dopo la richiesta pervenuta dal Ministro della Salute a centinaia”.
“È questo il monito che il nostro carissimo Roberto Stella ci ha lasciato con il suo esempio di abnegazione estrema – conclude Anelli – Non potremo dimenticarlo mai e faremo in modo che nessuno possa dimenticarlo”.
Ufficio Stampa Fnomceo
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