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«Ci chiamano eroi, ma ci voltano le spalle. Intanto molti di noi si ammalano e, purtroppo, muoiono come i medici di famiglia Roberto Stella e Giuseppe Borghi. Ci aiuteremo da soli, ma abbiamo bisogno anche dei cittadini». È una realtà terribile quella descritta da Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG, che denuncia l’assordante silenzio delle istituzioni aziendali, regionali e governative sulla richiesta dei medici di medicina generale di essere dotati di dispositivi di protezione individuale. Un grido di dolore che FIMMG e CittadinanzAttiva trasformano ora in un appello a tutti i cittadini con una raccolta fondi on-Line. “Lo stato di salute dei medici deve essere una priorità, così come quella degli altri operatori in prima linea”, ha aggiunto Gaudioso. “E, come sappiamo, in questo momento, la prevenzione è l’unica arma a nostra disposizione. I dispositivi sono un bene essenziale per garantire sicurezza a chi si sta spendendo per aiutare i cittadini in questa grande emergenza”. «Nessuno di noi chiuderà la porta, nessuno abbandonerà il suo posto. Ma non possiamo più accettare di combattere questa guerra senza protezioni” aggiunge Scotti.”Non lo possiamo accettare perché per i medici di famiglia i dispositivi di protezione individuale sono in realtà dispositivi di protezione collettiva. I medici di famiglia entrano in contatto prevalentemente con i cittadini a maggior rischio, con pazienti cronici che non possono superare le complicanze del virus». Per far fronte a questa emergenza FIMMG Nazionale ha già stanziato 50.000 euro in un fondo che sarà controllato insieme CittadinanzAttiva e che potrà crescere solo grazie alla solidarietà di tutti, cittadini medici, associazioni, imprenditori poiché tutti hanno un medico di famiglia. Con pochi euro da parte di ciascuno sarà possibile riuscire a raggiungere la quota minima per far partire un ordine di acquisto visto che ormai tali prodotti possono essere acquistati solo in grandi ordinativi. Si può donare tramite PayPal (il link è: http://www.fimmg.org/index.php?action=pages&m=view&p=30644&lang=it) sia con bonifico bancario all’Iban IT25S0200805085000102100585 – intestato a Fimmg – con la causale Emergenza Covid-19 Acquisto Dpi. «Donare anche un solo euro – ricorda Silvestro Scotti – significa salvare la vita ad un medico e salvare sé stessi o i propri genitori dal rischio di contrarre il virus. Il nostro problema più grande è che in questo momento i Dpi si possono acquistare solo in grandi quantità, facendoli arrivare dall’estero. L’unico modo di acquistarli è raggiungere una somma significativa». Segno di ulteriore disinteresse da parte del Governo, nel provvedimento economico al varo in queste ore manca qualunque riferimento al territorio. Scotti evidenzia con preoccupazione come «a motivare l’aumento di spesa per l’acquisto dei Dispositivi di protezione individuale non sia stato chiarito che questi verranno presi anche per i medici convenzionati». È grave, denuncia FIMMG, che non ci sia alcuna azione del Governo che porti un riconoscimento economico ai medici che combattono una battaglia che, in queste condizioni, mette a rischio la loro vita. I medici di medicina generale vedono tutt’oggi un contratto fermo al 2010, del quale si chiede l’immediato adeguamento ai contenuti economici del 2018. «Soldi che ci servono – prosegue Scotti – per comprare attrezzature utili a proteggere noi stessi e i cittadini, e per curarli meglio anche a distanza; basterebbe avere in dotazione 10 pulsiossimetri per controllare anche in video consulto i pazienti con sintomi respiratori che sono impauriti dal fatto che possa trattarsi di COVID-19. Non comprendiamo perché queste somme debbano restare accantonate nelle casse delle Regioni mentre per altre categorie, correttamente, si parla di riconoscimento straordinari per il maggiore impegno che anche noi gli riconosciamo e gli diciamo grazie per quello che fanno sui casi più gravi, che però ricordiamo sono la minor parte di questo problema, per fortuna, ma chi si occupa della maggior parte e insieme a questo dei risvolti psicologici che sta creando l’isolamento domiciliare di un paese?, continuando a dare risposte ai nostri pazienti anziani e fragili, se non la medicina generale. Noi non chiediamo un riconoscimento a maggiore impegno, ma solo ciò che ci spetta, ovvero l’adeguamento immediato ai valori previsti per il 2018 vista anche l’impossibilità di condurre trattative sindacali in questo momento». E in attesa che qualcosa si muova i medici della medicina generale chiedono aiuto ai cittadini con la raccolta fondi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale. «Il ministro Speranza che ci è stato sempre vicino – conclude il segretario generale FIMMG – ci ha sempre ripetuto che il valore e il significato dell’Articolo 32 della Costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Oggi i medici di medicina generale si sentono soli e si chiedono chi sia la Repubblica e chi la rappresenti per noi, oggi pensiamo che la Repubblica siano solo i cittadini nessun altro. Ed è al popolo che ora chiediamo aiuto aspettando che qualcun’altro batta un colpo».
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