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Riceviamo e pubblichiamo questa nota del dott. Tito Barbagiovanni (nella foto), segretario della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) di Messina:
“L’accesso ai servizi di salute mentale per l’infanzia è una lotteria, dove l’attesa di anni è la consuetudine; trovare un posto letto lbero per un bambino o un adolescente presenta difficoltà enormi e immutabili nel tempo; un terzo dei bambini e degli adolescenti inviati al Servizio di salute mentale non ha accesso e deve rivolgersi a strutture private. Se si trattasse di cancro ci sarebbe stata una protesta. Ma trattandosi di salute mentale ci mettiamo un cerotto”.
Chi lo ha scritto? Margaret Mc Cartney, general practioner a Glasgow: quindi il problema è sentito dapertutto. “Sono oltre 800.000 i bambini e gli adolescenti con bisogni di cure neuropsichiatriche, solo 400.000 accedono ai Servizi di NPI e solo 150.000 ricevono gli interventi terapeutici prescritti”.
Chi lo ha scritto? La rivista Medico e Bambino in un editoriale del marzo 2018: questi sono i numeri del problema In Italia. E nella nostra provincia di Messina?
“Le patologie psichiatriche, neurologiche e l’abuso di sostanze rappresentano oggi il 13% del numero globale di patologie e sono in costante aumento. Purtroppo a questo aumento non corrisponde un eguale incremento dei centri e delle strutture a questo dedicate, ma al contrario una contrazione.
Servizi territoriali quasi inesistenti e se esistenti atti, per lo più, ad inviare a strutture complesse di tipo ospedaliero che, anche per questo, non riescono più a dare risposte efficaci a tutti i pazienti. Di conseguenza si sta via via assistendo ad un enorme aumento delle prestazioni rese a pagamento in intramoenia da queste strutture con liste d’attesa che spesso fanno desistere i genitori.
Malgrado l’impegno dei medici e di tutto il personale di questi servizi, vista la pletora di richiesta, stanno restando senza diagnosi e senza cure già parecchi di quelli più gravi, specie adolescenti, e tantissimi di quelli con problemi minori ma senza mezzi e più bisognosi, quindi, di assistenza pubblica gratuita.
Inoltre alcune recenti normative come la Legge 170 relativa ai disturbi specifici d’apprendimento e le circolari ministeriali sui Bisogni Educativi Speciali hanno aumentato ulteriormente le richieste, anche al fine di ottenere un maggiore supporto a scuola in un momento di grande difficoltà del sistema scolastico. A fronte delle buone intenzioni però, il risultato è quasi nullo proprio per la presenza di servizi spesso solo figurativi che non permettono di giungere ad una diagnosi ed a impostare un percorso di tipo terapeutico”. Chi lo dice? La FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) della provincia di Messina. Siamo perfettamente consapevoli della universalità e complessità della situazione di carenza di risposte preventive, diagnostiche e terapeutiche nel campo neuropsichiatrico infantile e, per questo, non abbiamo intenzione di puntare il dito su nessuno.
Ma davvero nella nostra provincia si fa il massimo di quanto le potenzialita’ delle strutture preposte consentono?
Questo problema e tutti gli altri connessi (ruolo del volontariato, dei PdF e dei MMG, leggi e finanziamenti regionali, LEA e loro attuazione) proponiamo possano venire discusse in un incontro multidisciplinare e multiistituzionale, dove, ognuno per quanto gli compete, possa cercare di apportare un tassello per rendere piu’ efficente quanto c’è e spronare chi di competenza ad incrementare i servizi.
La Fimp della provincia di Messina si fa promotrice dell’iniziativa e lancia un appello ai dirigenti dell’ASP 205, all’Università, a tutte le componenti dei Servizi ospedalieri e territoriali di NPI, alle sigle sindacali del settore e dei MMG, alle associazioni dei genitori e di volontariato che operano in questo campo, all’OdMCeO, alle istituzioni politiche tutte, provinciali e non, per l’organizzazione di un incontro che metta al centro, senza troppi preamboli e giri di parole, questo problema, con confronto di proposte che possano, nell’immediato, razionalizzare e rendere più efficente l’esistente e, in prospettiva, finanziare e potenziare i servizi dedicati a questi problemi e a queste età.
Sempre maggiori sono infatti le evidenze che tutto ciò che si investe sull’infanzia ha enormi ricadute positive sia di salute individuale che di benessere collettivo per tutto il resto della vita del singolo e del progresso delle comunità. Non dobbiamo lasciarci sfuggire di mano nessuna possibilità di meglio aiutare chi ha bisogno e, nel contempo, cercare di migliorare il nostro futuro.