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Una guerra quella scatenata da vari sindacati e dalla FNOMCeO contro il cosiddetto “decretone”, attualmente sospeso, sul reddito di cittadinanza e Quota 100, che prevede un concorso per l’assunzione di 708 unità di personale medico da parte dell’INPS per le funzioni di medicia fiscale, previdenziale e assistenziale. In trincea le sigle ANMEFI, Cgil fp medici fiscali, CISL Medici , FIMMG-INPS, SMI Medicina fiscale, SINMEVICO, SNAMI Medicina Fiscale, SUMAI ,UIL-PA – Settore Medici Fiscali INPS che dichiarano: “Con questo concorso si maschera un sostanziale annullamento del servizio di controllo della malattia con quello che, a una sommaria lettura potrebbe sembrare un maldestro tentativo di stabilizzazione solo per alcuni professionisti, con colpevole disinteressamento della maggior parte dei medici fiscali con incarichi trentennali e parte dei medici convenzionati esterni con incarichi decennali. Lo stesso emendamento era stato in ultimo ritirato “solamente” a fine dicembre 2018 con profuse giustificazioni di non aver compreso le reali condizioni della categoria, nonostante i continui tentativi dei sindacati di istruire e rendere note le problematiche che ancora siamo costretti a ribadire”. Un amaro ripescaggio proposto da alcuni parlamentari in Commissione Lavoro, nonostante le rassicurazioni avute dallo stesso Governo nei mesi scorsi. Stesso duro commento dalla FNOMCeO: “Lo avevano battezzato ‘emendamento killer’, perché avrebbe causato il licenziamento in tronco dei 1250 medici fiscali Inps e dei 1000 medici convenzionati esterni, che svolgono, per l’Istituto di previdenza, prevalentemente funzioni di medicina legale. Ora, sulla falsariga dell’emendamento ‘Catalfo’, presentato, ritirato, riformulato e poi dichiarato inammissibile nell’ambito della Legge di Bilancio, circa due mesi fa, arriva, in Commissione Lavoro al Senato, durante i lavori parlamentari sulla conversione in Legge del DL ‘reddito di cittadinanza e pensioni’, l’’emendamento Romeo’ che ripropone un nuovo durissimo attacco alla medicina Inps e all’intero sistema assistenziale e previdenziale italiano”. Un concorso per 708 medici, contro i 2250 attualmente ingaggiati a vario titolo dall’Inps, significa almeno tre cose: più di 1500 medici licenziati in tronco, e ridotti praticamente sul lastrico, visto il regime di precariato misto ad incompatibilità con altri incarichi nel quale questi colleghi sono costretti a lavorare da oltre 20 anni; una carenza di personale insormontabile per i Centri Medico-Legali Inps e per tutto il sistema; la cancellazione, di fatto, della medicina fiscale. “Si tratta di un’ingiustizia e di un’incongruità su tutti i fronti – prosegue il presidente FNOMCeO Filippo Anelli – e proprio non riusciamo a capire perché venga riproposto. Serve la garanzia che il Governo si attivi per aprire un Tavolo sulla Medicina Fiscale e che respinga ogni ulteriore tentativo volto a ledere i diritti di tutti i cittadini che traggono beneficio dal sistema previdenziale italiano”.