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Un quarto di tutte le emissioni dell’emissione di anidride carbonica vengono assorbite dagli oceani. Nel corso dell’assorbimento, la CO 2 reagisce con l’acqua di mare con una riduzione dei loro livelli di pH. Questo è noto come acidificazione degli oceani che determina concentrazioni minori di ioni di carbonio che vie utilizzato da alcuni abitanti dell’oceano per costruire e sostenere i loro gusci. Tra questi vi sono gli pteropodi, che sono componenti importanti dell’ecosistema marino.
Alcune specie di farfalle marine misurano meno di un millimetro – e non si adattano facilmente alla cattività, questo condiziona il loro studio scientifico.
Attualmente un team di scienziati marini ha esaminato i cicli di vita, l’abbondanza e la variabilità stagionale delle farfalle di mare sgusciate nel Mare di Scozia nord-orientale, una regione che sta subendo alcuni dei cambiamenti climatici più rapidi nell’Oceano Antartico. Detti cambiamenti possono modificare in maniera significativa ala catena alimentare e il ciclo del carbonio come recentemente pubblicato su Science (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2023.1118570/full).
Comprendere il ciclo vitale di questo organismo chiave potrebbe migliorare la previsione degli impatti dell’acidificazione degli oceani sull’ecosistema antartico”. La difficoltà di studio in cattività di questa specie ha costretto gli scienziati a doverle studiare a 400m di profondità nel loro habitat.
Durante la stagione più fredda, l’acqua dell’oceano è più acida rispetto ad altri periodi dell’anno perché le temperature più fredde aumentano la dissoluzione della CO 2 nell’oceano. Le fasi di vita delle farfalle marine che esistono allora sono più esposte e vulnerabili all’aumento dei livelli di acidificazione degli oceani, hanno scritto i ricercatori.
Il progressivo incremento dell’intensità e della durata dell’acidificazione degli oceani inizia, in primavera, a sovrapporsi con la deposizione delle uova con danni importanti sulla riproduzione.