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di francesco trimarchi
Pubblichiamo per intero l’intervento del prof. Francesco Trimarchi in occasione della cerimonia di intitolazione dei padiglioni del Policlinico a illustri personalità, che si è svolta ieri mattina al Centro Congressi.
L’intitolazione dei dodici edifici del Policlinico e di due Aule e del Palazzo dei Congressi a Matteo Bottari, a mezzo secolo dall’inizio della vita del complesso universitario dedicato alla formazione e contemporaneamente alla restituzione della salute agli ammalati, non può essere vista come una celebrazione commemorativa.
Quando il Magnifico Rettore mi ha onorato nell’affidarmi questo intervento ho voluto pensare a una festa e ho deciso di ricordare i Maestri ed Amici e Colleghi intestatari delle dedicazioni, ricordandone le peculiarità umane e morali al servizio degli ammalati, degli studenti, dei Colleghi e alla crescita del Policlinico, nel quale sono entrato, per la prima volta, da studente, nel 1968, quando erano attive o in corso di attivazione solo alcune delle Cliniche.
Salvatore Barberi, deputato al parlamento per cinque legislature, direttore della Clinica Pediatrica già strutturata come un embrionario dipartimento, era nato alla fine dell’ottocento, stava per essere eletto Preside della Facoltà e apparteneva alla generazione storica dei clinici messinesi, già attivi e affermati prima della guerra. Carismatico, aristocratico e cortese nei modi, si può ritenere una figura simbolo del passaggio della antica Facoltà alla modernità del Policlinico, a quel tempo costituito solo dalla Pediatria, l’Ostetricia e ginecologia, la Neuropsichiatria infantile, la Semeiotica Chirurgica e la moderna Neurochirurgia.
Di quasi quindici anni più giovane ma altrettanto carismatico è stato Gustavo Barresi, continuatore e modernizzatore di una importante Scuola Chirurgica, diversificata nella multidisciplinarietà. Pure appartenendo alla prima generazione, Gustavo Barresi è stato fra i promotori della definitiva modernizzazione della Facoltà, simbolicamente rappresentata dalla fondazione della Neurochirurgia e dall’apertura a nuovi apporti scientifico culturali nelle scienze di base e cliniche. Di Barresi è stato affezionato e apprezzato allievo Diego Cuzzocrea, indimenticato perché indimenticabile Rettore del nostro Ateneo, che voglio ricordare con personale e immutato affetto anche per l’impegno la passione e l’entusiasmo dedicati a questo Policlinico.
Poco più giovane di Barresi e appartenente alla stessa generazione culturale, Antonino Ferrara, indiscusso leader dell’Anatomia Patologica nazionale, creatore di un polo di eccellenza anatomo-clinica, indimenticabile per l’apparente timidezza e la sottile ironia che nascondevano una indefettibile determinazione morale.
Sotto la guida culturale e politico-accademica di un gruppo di antichi Maestri e di giovani Clinici e docenti di scienze di base, il Policlinico cresce e si completa, nelle strutture, nell’offerta formativa, nella diagnosi e cura di tutte le patologie, attirando pazienti dalle altre provincie siciliane e dalla vicina Calabria e non solo. Il potenziamento culturale e tecnologico si fondò quindi sull’apporto dei Maestri della generazione successiva a quella storica, aperta alla modernità e all’inevitabile globalizzazione nazionale e internazionale del sapere e della professione.
Giorgio Blandino, grande medico prima che radiologo, apparentemente ruvido nel carattere ma amabile amico di tutti i Colleghi, clinico completo, capace di utilizzare sia la radiologia storica di Roentgen che gli strumenti di ultima generazione a sua disposizione, come un medico usa le mani e il fonendoscopio.
Salvatore Montanini, non solo moderno e infaticabile anestesiologo-rianimatore, che voglio ricordare per le sue doti innate di mediatore al rialzo e di risolutore di situazioni di politica accademica anche complesse, fondatore di una struttura difficile da gestire ma sempre capace di raggiungere gli auspicati successi anche in situazioni cliniche disperate.
Con essi, che mi sono stati Maestri ma anche compagni di azioni virtuose, questa cerimonia onora anche un docente della mia generazione, Corrado Messina, erede, continuatore e fondatore di una Scuola neurologica moderna che, negli anni ’70 del novecento rappresentava, con Eugenio Ferrari, una delle punte di diamante della rinnovata Facoltà. Ricordarne, con affettuoso e personale rimpianto, il contributo alla modernizzazione della formazione del medico non è per contribuire alla storia, bensì rinnovare nella mia recente memoria la sua critica e lucida analisi e l’altrettanto lucida prassi, lucida perché ispirata da un profondo senso critico.
A Filippo Terranova è intitolato l’Edificio CLOPD un “Policlinico nel Policlinico” dedicato alla formazione di speciali e selezionati professionisti in un corso di laurea specifico che nel Policlinico vide la luce fra i primi, più aggiornati ed efficienti del Paese. Di Terranova, ricordo la riservatezza mai disgiunta dalla determinazione nel perseguire il potenziamento di quella che era una specialità e si avviava a diventare una laurea magistrale.
Il più recente edificio che per anni abbiamo denominato “Torre Biologica” è oggi intitolato ad Agatino Santoro, che incontrai , per la prima volta da studente del primo anno , nel 1963 e con cui, Preside dal 1981 al 1993, ho condiviso decenni di lavoro comune e affettuosa consuetudine, apprezzandone la attenta e equilibrata gestione della comunità accademica; anatomico moderno, avanzato microscopista e appassionato umanista avrebbe potuto molto meglio di me ripercorrere il mezzo secolo di vita del nostro Policlinico. Nell’edificio che ospita le Scienze di base, l’Aula A è dedicata a Rolando Marini, fisiologo di formazione internazionale che si è innestato con alta dignità nel corpo di una Facoltà che ha sede nel Policlinico che prende il nome dal suo ispiratore Gaetano Martino, fisiologo di respiro mondiale.
Non è, fortunatamente, necessario ricordare il qui presente Salvatore Leonardi cui è intitolato l’edificio dell’Amministrazione Aziendale. Salvatore Leonardi è stato il primo direttore generale di quella che, per poco tempo, fu denominata APU, prima dei suoi più alti impegni di pubblico amministratore, ma il suo impegno nella fondazione, sviluppo, crescita e affermazione del modello gestionale più virtuoso, risalgono ai tempi remoti del Rettorato di Salvatore Pugliatti, accomunato a Gaetano Martino, quale Padre Fondatore del Policlinico.
Il Padiglione H, nel quale ho speso quasi un quarto di secolo della mia attività clinico-scientifica, porta il nome di Renato Caminiti , grande chirurgo toracico formatosi in una delle più prestigiose scuole d’Italia e nume tutelare dell’accidentata crescita e consolidamento organizzativo delle strutture assistenziali ospitate nell’edificio. Con lui si fonda e si afferma a Messina la chirurgia toracica e si sviluppa la Chirurgia vascolare.
Non è storia ma purtroppo cronaca di queste settimane la prematura perdita di Filippo De Luca cui è intitolata l’ Aula Magna dell’Edificio intitolato a Salvatore Barberi. Ricorderò, come Egli stesso amava fare, che Filippo De Luca è stato mio studente ma è per me più importante ricordarne l’impegno scientifico, clinico didattico e culturale e quello politico-gestionale , nel Collegio di Direzione di questo Policinico,
Concludo ricordando i Clinici Medici dedicatari degli ultimi due padiglioni: Giuseppe Squadrito e Fausto Consolo. Separati anagraficamente da pochi anni furono entrambi protagonisti del rinnovamento culturale, professionale e tecnologico della Facoltà. Entrambi clinici di formazione tradizionale furono capaci di interpretare e utilizzare la rivoluzione tecnologica nella formazione e nella pratica clinica. Divisi apparentemente da una sana competizione, stipularono un patto che gli osservatori più miopi interpretarono come una spartizione di potere, basata su una contrapposizione di Scuole, ma poi felicemente composta negli anni più recenti , grazie alla loro lungimiranza. Giuseppe Squadrito , fu fortemente impegnato, quale Pro-Rettore vicario, nella politica accademica e nel tessere relazioni accademiche nazionali e realizzò il primo modello di Dipartimento clinico nella Facoltà di Medicina, Fausto Consolo, che saluto quale mio indimenticato Maestro, fu capace di implementare l’impiego delle più moderne tecnologie al servizio della medicina clinica. Entrambi videro lontano nel favorire la crescita di specialità di origine internistica che costituiscono oggi il corpo vitale della formazione medica e dell’Azienda Policlinico.
Il Policlinico ha goduto, inoltre, per quasi trent’anni, dell’incessante e fondamentale azione politica e scientifica, ancorché clinica, di Salvatore Navarra, Preside dal 1975 al 1981 e Direttore Sanitario per oltre due decenni, che ha guidato e servito l’istituzione, fino alla fine della sua carriera, con sapienza, equilibrio , tolleranza e determinazione.
Nel concludere questa festa non possiamo dimenticare che lo sviluppo, la crescita e il potenziamento del Policlinico, durante mezzo secolo, sono stati anche determinati dall’impegno delle centinaia e centinaia di giovani e meno giovani medici e di tutti gli operatori della salute , dei tecnici e degli amministrativi , che hanno vissuto e operato in questa grande e amata struttura ospedaliera universitaria.