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di REBECCA DE FIORE (PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE)
I sostituti del sale a basso contenuto di sodio (noti anche come “sostituti del sale”) contengono meno sodio del normale sale da cucina. Infatti, nella loro composizione parte del sodio viene sostituita con potassio o altri minerali.
Dottore, perché dovrei sostituire il sale da cucina?
Mangiare molto salato può causare l’aumento della pressione arteriosa. Un gruppo di ricercatori di diverse nazioni del mondo – dagli Stati Uniti al Giappone, dal Regno Unito all’Australia – sono andati a vedere i risultati di tutti gli studi condotti per chiarire il problema e – dopo aver selezionato le 133 ricerche più rigorose (studi che comunque prevedevano l’assegnazione casuale dei singoli partecipanti a uno dei tipi di dieta) – non solo hanno potuto confermare le conseguenze negative del sale sulla pressione, ma hanno anche chiarito che quanto più è salata la dieta, tanto maggiore è l’innalzamento della pressione. In termini tecnici, questa si chiama relazione dose-risposta [1]. Un altro studio di sintesi pubblicato su una importante rivista medica statunitense [2], ha approfondito la relazione tra consumo di sale e insorgenza di eventi cardiovascolari, per esempio l’ictus.
Quindi, esistono prove solide che ci fanno ritenere che usare meno sale in cucina sia un’utile misura di prevenzione. La prima cosa da fare, dunque, è diminuire la quantità di sale che utilizziamo per insaporire i piatti. Questo ci obbliga a ripensare ad alcune delle nostre abitudini, cambiando l’approccio al fatidico suggerimento di molte ricette che ci dicono di «salare quanto basta». “È vero – ci dice Simona Giampaoli, medico epidemiologo che ha coordinato per molti anni il Progetto Cuore dell’Istituto superiore di sanità – e molti temono che le ricette meno sapide possano compromettere la fama consolidata di «re o regina dei fornelli» a cui molti di noi tengono tanto. Ma è ormai risaputo che si può mangiare in modo piacevole proteggendo la propria salute: la quantità di sale totale (compreso quello contenuto nei cibi conservati, nel formaggio, negli insaccati o nel pane) non dovrebbe essere superiore a 5 milligrammi al giorno” [1]. Un altro espediente che funziona sicuramente è usare molte spezie, che arricchiscono le pietanze senza influenzare negativamente il rischio per la nostra salute.
Non volendo rinunciare al sapore salato e non amando le spezie, si può ricorrere ai sostituti del sale…
Sì, come detto in apertura di questa scheda. Ma ci sono anche altri modi in cui potresti ridurre la pressione sanguigna. Ad esempio, camminare a intensità moderata (da tre a cinque volte a settimana, per 20-40 minuti) può probabilmente aiutare. E sicuramente è un’abitudine meno costosa rispetto all’acquisto di sostituti del sale.
Ad ogni modo, l’uso di sostituti del sale, invece del sale normale, può ridurre la pressione arteriosa e il rischio di problemi cardiaci. Come leggiamo in una sintesi preparata dai ricercatori della rete Cochrane (un network di medici e studiosi che si occupa di sintetizzare le prove che scaturiscono dalla ricerca più rigorosa) sostituire il sale con i prodotti che possiamo acquistare al supermercato non solo riduce la pressione sanguigna ma riduce anche il rischio di ictus e infarto, diminuendo il rischio di morte per malattie cardiache [2].
Ci sono dei rischi nell’uso di sostituti del sale?
L’uso di sostituti del sale probabilmente aumenta leggermente il livello di potassio (un minerale che aiuta a mantenere il battito cardiaco al giusto ritmo) nel sangue degli adulti [2]. È un effetto indesiderato che potrebbe rivelarsi dannoso per le persone il cui organismo non riesce a regolare i livelli di potassio, come chi soffre di problemi renali o per coloro che assumono determinati farmaci. Anche per queste ragioni è fondamentale che la scelta di optare per i sostituti del sale sia condivisa col proprio medico curante.
Aggiungerei che una revisione pubblicata nella Cochrane Library (quindi una sintesi dei molti studi condotti su questo argomento) sostiene che le prove sulla sicurezza sono molto limitate e quindi le evidenze su altri possibili rischi sono poco affidabili [3].
Quindi non si tratta di una scelta che si può fare a cuor leggero?
Occorre prudenza, come spiega anche la Cleveland Clinic, un prestigioso centro di cura e ricerca statunitense. Sul proprio sito rivolto ai cittadini spiega che “i sostituti del sale possono essere pericolosi quando si hanno condizioni come malattie renali, malattie cardiache, ipertensione, malattie del fegato o diabete. Queste condizioni possono (anche se non in tutti i casi) aumentare il rischio di livelli elevati di potassio nel sangue, normalmente ben controllati dall’organismo. Il potassio nei sostituti del sale può ribaltare quell’equilibrio. Allo stesso modo, l’uso di sostituti del sale mentre si assumono determinati farmaci – i più comuni sono gli ACE-inibitori e i diuretici risparmiatori di potassio – può aumentare il potassio nel sangue a livelli rischiosi” [4].
Cautela, insomma, anche perché – come spiega la nutrizionista della Cleveland Clinic, Maxine Smith – i rischi consigliano di “non assumere sostituti del sale a meno che non siano approvati dal medico”.
(Fonte: dottoremaeveroche.it)