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Il 16 Dicembre l’evento patrocinato dall’Ordine “Covid e Long-Covid: quanto conta il genere?”Auditorium Maria Sofia Pulejo dell’IRCCS Centro Neurolesi “Bonino Pulejo di Messina.
Le evidenze raccolte fino ad oggi evidenziano esplicitamente che esistono differenze importanti nell’insorgenza, nelle manifestazioni cliniche, nelle risposte ai trattamenti e negli esiti di malattie comuni a uomini e donne. E questo sembra emergere anche nel contesto della pandemia da COVID -19. Le statistiche rilevate nel mondo, infatti, parlano chiaro: l’infezione da SARS-CoV-2 produce effetti diversi negli uomini e nelle donne.
Per spiegare questo fenomeno sono state avanzate alcune ipotesi generali tra cui: -una maggiore tendenza degli uomini al tabagismo (fattore di rischio per contrarre l ’infezione e per sviluppare un quadro clinico più grave della malattia); -una più spiccata abitudine delle donne a dedicare uno spazio significativo della propria quotidianità all’igiene personale; -una risposta immunitaria, sia innata che adattativa, più pronta ed efficace nelle donne che negli uomini.
Bisogna però evidenziare anche le differenze che intercorrono tra donne e uomini quando si comincia ad entrare nei meccanismi alla base dell’infezione. Differenze che possono essere sia di tipo ormonale che genetico.
Nelle donne in età fertile gli estrogeni sono in grado di aumentare la presenza del recettore ACE2 facendo sì che questo enzima, anche dopo l’infezione, riesca a svolgere la sua funzione di protezione, in particolare nei confronti dei polmoni. Viceversa gli ormoni androgeni sembra che svolgano un ruolo opposto nell’influenzare l’espressione di enzimi cellulari coinvolti nelle fasi che seguono l ’attacco del virus al recettore, favorendo le fasi successive dell’infezione delle cellule
polmonari.
Nel tempo, sarà quindi importante effettuare studi specifici, anche retrospettivi, per valutare il ruolo degli ormoni sessuali nelle differenze di genere riscontrate durante questa pandemia, (come per esempio il ruolo della terapia ormonale sostitutiva in donne colpite da COVID -19) e per capire meglio il ruolo dei geni che sfuggono all’inattivazione di uno dei due cromosomi X nelle cellule femminili e dei loro regolatori, per identificare determinanti patogenetici sesso-specifici di progressione della malattia indotta dal virus SARS CoV -2.
In allegato i dettagli: