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L’Anaao Assomed denuncia che per la Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del SSN, è da tempo in atto un meccanismo di riduzione automatica degli stipendi che erode gli aumenti contrattuali, peraltro ancora da definire, e falcidia il loro potere d’acquisto ed il loro valore nominale. Spiega Carlo Palermo, Segretario Nazionale dell’Associazione, che “per effetto del decreto legge 75/2017 della Ministra Madia, che reitera una disposizione contenuta nel decreto legge 122/2010, la Retribuzione Individuale di Anzianità, in pratica le risorse ad personam derivanti da classi e scatti del personale assunto prima del 1996, viene sottratta dalla massa salariale quando tale personale va in pensione, incamerata dalle aziende sanitarie come risparmi e dispersa in mille rivoli. Ne consegue che la massa salariale dei dipendenti si riduce progressivamente e, in particolare, si sancisce che la retribuzione media dei giovani cala automaticamente con il passare degli anni. Un meccanismo infernale che di fatto rende nulli i benefici, peraltro scarsi, dei rinnovi del CCNL”.
Si tratta – incalza Palermo – non solo di una questione quantitativa, ma anche qualitativa, in quanto i fondi per il trattamento accessorio, cui viene sottratta la RIA, servono a remunerare guardie e reperibilità, lavoro notturno e festivo, a incentivare la produttività, a valorizzare il merito. “La Ministra della Salute, nel momento della sospensione dello sciopero della Dirigenza medica e sanitaria, ha assunto l’impegno a discutere la questione con il MEF con il fine di liberare risorse utili al raggiungimento dell’obiettivo di adeguare i nostri stipendi, fermi da 10 anni, a quelli del resto d’Europa. Purtroppo i vari decreti attualmente in discussione in Parlamento reiterano lo scippo di risorse contrattuali dei Dirigenti del SSN, andando a precostituire un nuovo tetto individuale riferito al personale in servizio nel 2018. In pratica, legittimando una scala mobile al ribasso che crea disagio e difficoltà anche nell’incentivare giovani medici specialisti al lavoro nel servizio pubblico, in netto svantaggio competitivo nei confronti del lavoro privato oltre che delle offerte avanzate da strutture ospedaliere estere”.
“Occorre – sollecita Palermo – un intervento legislativo urgente che ponga fine a quella che è senza ombra di dubbio una riduzione automatica della massa stipendiale, una scala mobile all’incontrario, una scala ignobile che punisce il lavoro di chi opera a garanzia della esigibilità di un diritto costituzionale. Non si tratta di reperire nuovi finanziamenti bensì di sospendere la riduzione delle risorse esistenti già coperte dal bilancio dello Stato, mettendo riparo ad una discriminazione inaccettabile a scapito di tutto il lavoro pubblico, specialmente di quello effettuato all’interno del SSN. La cui salvaguardia comincia da qui”.