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È un triste traguardo quello che riguarda molte delle persone che soffrono di diabete. A preoccuparli è la polineuropatia diabetica dolorosa (PND), riconosciuta e trattata purtroppo spesso molto tardi e solitamente con pochi benefici.
I risultati di un nuovo studio sulle terapie di stimolazione spinale ad alta frequenza (10 kHz) confermano però l’efficacia di questo tipo di tecnologia, dove è possibile osservare una riduzione media del dolore del 79,9% .
“Le persone che soffrono di polineuropatia diabetica dolorosa attraversano decenni di dolore con notevoli ripercussioni sulla qualità di vita. Il dolore persistente può avere impatti duraturi sulla vita quotidiana e sullo stato emotivo dei pazienti. Intervenire tempestivamente – commenta Giuliano DE CAROLIS, Dirigente Anestesia e Terapia del dolore AOU Pisana – non solo allevia i sintomi, ma può anche contribuire a garantire una migliore salute complessiva e un benessere ottimale per chi deve gestire oltre al dolore anche il proprio diabete. I risultati dello studio, oltre a rafforzare l’efficacia di questo trattamento, mostrano l’importanza di utilizzarla in maniera precoce”.
CHE COS’È
La neuropatia diabetica è un termine utilizzato per definire un gruppo di patologie nervose spesso associate a disabilità che può interessare sia il diabete di tipo 1 (17,5% dei casi) che il tipo 2 (31,5% dei casi). Il diabete, quando non tenuto “sotto controllo”, ossia con i livelli di zucchero nel sangue elevati per lungo tempo, provoca una serie di alterazioni tra cui la produzione di sostanze infiammatorie e un aumento dello stress ossidativo. I nervi periferici sono il bersaglio di questa alterata produzione di sostanze che in ultimo li danneggiano portando allo sviluppo della neuropatia.
I 5 SEGNALI PER RICONOSCERLA
“I sintomi della PND colpiscono gli arti inferiori a partire dalle dita dei piedi fino al polpaccio, ma possono estendersi anche ad altre parti del corpo. Ecco i 5 segnali più noti – continua DE CAROLIS – che ciascun paziente con diabete e caregiver deve conoscere e monitorare, al fine di agevolare l’intervento del medico per ridurre il forte dolore ed evitare complicanze gravi e invalidanti”.
Formicolio: è un bruciore diffuso che rallenta i movimenti e lascia l’arto intorpidito per lungo tempo.
Ridotta sensibilità: viene meno la capacità di riconoscere al tatto le temperature, alte e basse, provocando ustioni e ulcere che guariscono poi lentamente e con difficoltà
Dolore acuto: è riconoscibile perché può essere improvviso come una scossa elettrica, oppure pulsante o pungente
Debolezza muscolare: facilmente riscontrabile nelle gambe, può influenzare la capacità di camminare e svolgere attività quotidiane
Frequenti cadute: la compromissione dei nervi che controllano la sensazione e il movimento ha come effetto quello di ridurre la coordinazione e l’equilibrio, aumentando il rischio di cadute
IL PERCORSO DEL TRATTAMENTO E LA TERAPIA FARMACOLOGICA
Secondo le ultime linee guida internazionali, la terapia farmacologica antidolorifica rappresenta il primo livello di intervento (uso di anticonvulsivanti e antidepressivi), sebbene possano poi avere però un effetto limitato a lungo termine e raramente portano a una remissione significativa dei sintomi.