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di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)
A oggi, la letteratura disponibile sembrerebbe suggerire che i bambini si ammalino meno frequentemente di Covid-19, che abbiano meno possibilità di trasmetterla e soprattutto che si ammalino in forma più lieve rispetto agli adulti (per saperne di più leggi la nostra scheda I bambini sono meno colpiti dalla Covid-19?).
Quello che però non è ancora chiaro, e che per certi versi potrebbe rivelarsi allarmante, è quanto il long Covid sia frequente nei più piccoli, ovvero quanto – nei bambini che sviluppano l’infezione – i sintomi possano rivelarsi duraturi nel tempo.
Di fronte al grande numero di casi di infezione da SARS-CoV-2, infatti, il long Covid rappresenta un problema con conseguenze sanitarie potenzialmente enormi. Se però si stanno facendo diversi studi sugli effetti di Covid-19 negli adulti (ne abbiamo parlato nella scheda Covid-19 potrebbe diventare una patologia cronica?), sul long Covid pediatrico si sa ancora poco.
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Dottore, cosa dicono i risultati dei primi studi sul long Covid nei bambini?
![Il long Covid colpisce anche i bambini int3](https://dottoremaeveroche.it/wp-content/uploads/2021/03/img_bambino_visita_medica-Il-long-Covid-colpisce-anche-i-bambini-int-300x200.jpg)
Diversi ricercatori hanno fatto notare che i dati emergenti sul long Covid nei bambini non dovrebbero essere ignorati, considerata la mancanza di un vaccino contro Covid-19 per questa fascia di età. Hanno anche avvertito, però, che le prove raccolte e analizzate in modo sistematico su questi sintomi duraturi nei giovani sono fino a oggi molto incerte.
Uno dei primi studi sul long Covid nei bambini è stato condotto da una équipe del Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
Sono stati presi in esame 129 piccoli pazienti con diagnosi confermata di Covid-19. Tra questi, a distanza di oltre 120 giorni dalla prima diagnosi, i dati hanno mostrato che:
- Il 27,1% aveva almeno un sintomo
- Il 20,6% aveva tre o più sintomi
I problemi più comuni erano dolori muscolari e/o articolari, cefalea, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica, palpitazioni e disturbi del sonno [1]. In riferimento a questo studio, però, l’Istituto Superiore di Sanità ha fatto notare che si tratta di risultati preliminari e che è necessario condurre ulteriori ricerche. L’indagine, infatti, presenta diversi limiti: in primo luogo, il numero di bambini coinvolti è molto piccolo [2].
Nel Regno Unito l’Office for National Statistics – un’agenzia governativa britannica che raccoglie, analizza e pubblica informazioni statistiche sull’economia, la popolazione e la società nel Paese – ha recentemente pubblicato alcuni dati da cui emerge che riportano almeno un sintomo dopo 5 settimane dall’infezione da Covid-19:
- Bambini di età inferiore a 11 anni: 13%
- Ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni: 15%
Anche questo studio, però, presenta dei limiti: non è stato preso in considerazione, per fare un confronto, anche un gruppo di bambini che non aveva contratto Covid-19 (chiamato gruppo di controllo), e non si può non considerare che alcuni sintomi come febbre, tosse e raffreddore sono comuni durante l’infanzia, a prescindere dalla Covid-19 [3].
Essere preoccupati per i propri figli è normale, soprattutto perché ci si trova in una situazione nuova. E proprio per cercare supporto, in Inghilterra è nato il gruppo Long Covid Kids, che oggi include circa 1.700 famiglie con bambini che sembrerebbero soffrire di sintomi a lungo termine post Covid-19. In attesa che vengano condotti nuovi studi, però, è fondamentale non farsi condizionare dalle emozioni.
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Dottore, quali altri studi si stanno conducendo?
![Il long Covid colpisce anche i bambini int2](https://dottoremaeveroche.it/wp-content/uploads/2021/03/img_bambino_triste-Il-long-Covid-colpisce-anche-i-bambini-int-300x200.jpg)
I National Institutes of Health, un’agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, hanno annunciato pochi giorni fa che si stanno coordinando con diversi ricercatori pediatrici per condurre un ampio studio su Covid-19 e bambini. Una componente importante dell’iniziativa consiste proprio nell’analisi dei sintomi che i più piccoli possono avere a lungo termine [4].
Anche in Italia si stanno conducendo ulteriori studi. Dal 1° febbraio 2021 al Policlinico Umberto I di Roma è possibile prenotare una visita gratuita di controllo per bambini e ragazzi, fino al compimento del diciottesimo anno di età, che hanno avuto l’infezione da SARS-CoV-2 [5]. “Si sa ancora poco su quali siano gli effetti a distanza dell’infezione da SARS-CoV-2 nei bambini e questa incognita spaventa le famiglie. Vediamo arrivare in pronto soccorso bimbi con semplici raffreddori, mal di gola o febbre perché magari nei mesi precedenti hanno contratto Covid-19 e i genitori hanno paura che possa essere tutto collegato. Anche da parte di pediatri del territorio ci arrivavano richieste di chiarimenti, e questa incertezza ci ha fatto capire che c’era la necessità di sostenere e prendere in carico i bambini e le loro famiglie”, ci spiega Fabio Midulla, responsabile della Pediatria d’urgenza del Policlinico Umberto I e presidente della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI).
“Inizialmente è partito un follow-up respiratorio” continua Midulla, “perché la manifestazione clinica principale negli adulti è la polmonite interstiziale. Poi abbiamo pensato di verificare possibili danni anche a livello neurologico, psicologico e cardiocircolatorio. Ha avuto un grandissimo riscontro, siamo stati sommersi da telefonate e abbiamo appuntamenti fino a novembre”. I primi risultati, però, sono incoraggianti: “su circa 150 bambini, che avevano avuto Covid-19 almeno tre mesi prima, abbiamo appurato che dal punto di vista respiratorio non hanno grandi problemi. Il problema principale è quello psicologico. Molti bambini e ragazzi che hanno avuto Covid-19, soprattutto quelli tra i 15 e i 17 anni, hanno problemi psicologici”.
“Sul long Covid pediatrico non si sa quasi nulla ed è importante quindi che i bambini che hanno avuto Covid-19 vengano controllati, seguiti, valutati. Per questo come società scientifica stiamo organizzando un follow-up in tutta Italia, già diversi centri italiani hanno aderito”, conclude Midulla.
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Dottore, quindi l’impatto maggiore del Covid sui bambini si ha da un punto di vista psicologico?
![Il long Covid colpisce anche i bambini int int](https://dottoremaeveroche.it/wp-content/uploads/2021/03/img_bambini_mascherina-Il-long-Covid-colpisce-anche-i-bambini-int-300x200.jpg)
Sicuramente alcuni dei bambini che hanno contratto la malattia possono aver avuto, e continuare ad avere, delle conseguenze psicologiche. Anche in questo caso, però, è difficile dire se sia una condizione che riguarda solo chi ha avuto Covid-19 o qualcosa che in questo periodo colpisce in generale molti bambini e ragazzi.
A causa dell’isolamento, della possibilità limitata di uscire di casa, di vedere gli amici o i nonni, tra i più piccoli molti hanno sofferto di disturbi del sonno, attacchi d’ansia e aumento dell’irritabilità durante il lockdown della scorsa primavera (noi ne abbiamo parlato nella scheda I bambini durante il lockdown provano inevitabilmente disagio e rabbia?, dove trovate anche diversi consigli su come passare il tempo in casa con i vostri figli).
La buona notizia è che molti studi condotti a livello internazionale sull’argomento dimostrano che se si interviene tempestivamente si riescono a ridurre le conseguenze dello stress prima che diventi debilitante. In questo senso la cosa migliore che possono fare i genitori è fornire un ambiente relazionale affettivamente sicuro e stabile [6].