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Si terrà il pomeriggio di sabato 9 settembre alle ore 18 al Marina del Nettuno Yachting Club a Messina (viale Libertà, batteria Masotto) la presentazione dell’ultima fatica letteraria del ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare Nello Musumeci, dal titolo “La Sicilia bombardata – la popolazione dell’Isola nella Seconda guerra mondiale (1940-43)” con prefazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’evento é organizzato dall’Associazione culturale “Amici del Museo – Franz Riccobono” e dall’Associazione studentesca “Solstitium”. Il programma prevede la presenza di Musumeci, i saluti e l’introduzione del prof. Luigi Montalbano, presidente dell’associazione “Amici del Museo” e le relazioni di Dario Caroniti, ordinario di Storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche nell’Università degli Studi di Messina, e di Giuseppe Ruggeri, giornalista e scrittore. L’incontro sarà moderato da Salvatore Sapienza. Quella di Messina rappresenta la terza tappa di un ciclo di presentazioni, che ha avuto il proprio avvio a Gela, il 10 luglio scorso, nel giorno dell’ottantesimo anniversario dello sbarco angloamericano nel secondo conflitto mondiale, seguita poi da quella avvenuta a Palermo, il 18 luglio.
La Sicilia è un caso particolare: la prima terra europea ad essere coinvolta nel “fronte bellico” e la prima a venirne fuori, con un bilancio pauroso di circa diecimila vittime civili. È l’unica regione italiana dove gli angloamericani operano come forza “occupante”, senza alcun appoggio dell’antifascismo militante e col pieno sostegno dei mafiosi “perseguitati”.
Una ricostruzione attenta di ciò che avvenne con l’uso della “strategia del terrore dal cielo, per ottenere il cedimento totale del morale della popolazione. Cedimento che nell’Isola non arriverà mai. Per gli Alleati non è una passeggiata e neppure una guerra “in guanti bianchi”: impiegano 38 giorni, senza risparmiare ai siciliani stragi e strazi, come fanno anche le truppe tedesche. E poi la festosa accoglienza, la “caccia” al fascista e l’epurazione, la difficile convivenza di militari e civili ed il degrado morale, sociale ed economico. Fino all’armistizio, accolto senza molto entusiasmo, perché in Sicilia “la morte della Patria” era arrivata con due mesi di anticipo. Le vicende successive pongono l’Isola al di fuori della ricorrente narrazione sulla Resistenza, per la mancata adesione popolare e incondizionata alla guerra di “liberazione”. La Sicilia “si restituisce” all’Italia solo nel 1945, con l’avvio del processo che porterà la monarchia alla concessione dello Statuto speciale”.