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I fichissimi
Nov. 2021
L’ufficialità della celebrazione della giornata mondiale della donna risale al Congresso delle donne tenutosi a Copenaghen nel 1910: qui le socialiste americane proposero di celebrare il sesso femminile con una giornata dedicata al tema della lotta e dell’emancipazione, sulla scia di un Woman’ s Day tenutosi l’anno precedente negli USA il 28 febbraio. In America un episodio tragico segnò in maniera indelebile questo periodo: la morte di 146 operai, 123 donne e 23 uomini, nel rogo della fabbrica Triangle a New York, il 25 marzo del 1911.
Questo episodio, che è stato erroneamente considerato l’origine della Festa della Donna, fa parte di un insieme di eventi intercorsi in quel periodo, che culminarono con la rivolta delle donne di San Pietroburgo l’8 marzo del 1917. L’intervento aveva l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione alla fine del primo conflitto mondiale.
Questa data innescò la Rivoluzione russa di febbraio, che portò poi al crollo dello zarismo: l’8 marzo divenne per questo la Giornata mondiale dell’operaia nel 1921 e, in seguito, fu adottato da diversi Stati per celebrare simbolicamente la Festa della Donna. In Italia la Giornata internazionale della Donna fu festeggiata per la prima volta il 12 marzo del 1922.
E proprio in questa giornata particolarmente sentita e “ festeggiata” sembra più che mai adatto riproporre un lavoro artistico ambientato a Capo Peloro a novembre 2021dalla compagnia” i fichissimi”.
“Ogni anno in Italia sono più di cento le donne vittime di femminicidio . Una su tre ha subito almeno una volta nella sua vita una qualsiasi forma di violenza sia fisica che psicologica è un vero bollettino di guerra è una guerra subdula e silente un cancro che erode la dignità e la vita stessa della donne. Ma questa guerra la possiamo combattere con la bellezza. La bellezza è dappertutto. “
Questo il suggestivo titolo del video realizzato dai “Fichissimi “ con il coordinamento di Letizia Lucca e la partecipazione dei musicisti Massimo Pulitanò , Cosimo Milone, Katia Bevacqua e degli attori Giovanna Genitori, Letizia Lucca, Rita La Paglia, Argentina Sangiovanni, Santina Restuccia, Luisa Iurato, Santina Sturniolo ,mmagini e montaggio di Roberto Travia . Il racconto si apre sulla spiaggia di Torre Faro sotto il Pilone, un simbolo forse
emblematico ed evocativo ,tra sabbia e rami secchi spiaggiati. Una donna è riversa a terra, in sottoveste di pizzo, forte richiamo ad una intimità coniugale non più apprezzata ,tradita. Il corpo inerme e scomposto presenta sul volto la sofferenza e lo sconvolgimento della violenza subita senza uscita , senza scampo. Le immagini svelano poco più oltre altre donne riverse sul bagnasciuga annientate morte fisicamente e psicologicamente, senza speranza senza futuro. In abiti neri in un tragico lutto. Mentre un canto nostalgico dialettale e ritmato puntualizza e con incalzante tensione riempie di patos la scena, si sottolinea e preannuncia un cambio di prospettiva , all’accorrere di altre donne . Serene consapevoli e determinate arrivano a salvarle ,le consolano, le sorreggono e le rialzano, in uno scambio di solidale di amore e compassione ,tra abbracci e carezze complici e comprensive. Si realizza spontaneamente un girotondo festoso e consolatorio, un ritrovato stimolo di vita, una rinnovata prospettiva. Un simbolico rosso sangue scorre nei titoli di coda. Drappi rosso fuoco animati come sangue fluido . Un lavoro artistico che sottolinea e denuncia come un progetto di vita sia stato disatteso e deluso per tante, tantissime troppe donne. I primi piani diretti sul volto provato e insanguinato di una donna distesa sulla battigia rivelano come l’ ultima spiaggia sia un luogo del dolore e della definitiva cancellazione di sogni e speranze. Un corpo vivo ma morto senza illusioni , senza alcuna volontà e senza movimento. Così come accade ad altre donne, tante, troppe, vinte e negate alla vita. Ma il sole, la musica di un canto energico e antico , cuore che pulsa ,un tamburo che incalza, un sorriso e una delicata carezza ridanno movimento e calore al corpo spento e inerme. Rendono nuova vita al cuore pietrificato, pietra riverso tra le pietre del bagnasciuga ,l’incanto della spiaggia che ha visto e conserva memoria di miti e battaglie ,di orrori e splendori. Tutte uguali le donne uguali come gli uomini, quando sanno essere sorelle , essere umani che si prendono per mano, risollevano consolano e condividono la gioia dell’incontro col prossimo sofferente riportandolo alla vita, ripristinando il tratto interrotto e riavvolgendo il filo del destino.
Nella gioia e nella bellezza in totale condivisione si riaccende il fuoco dell’ esistenza e la speranza riporta calore e fiducia in un corpo destinato a putrefarsi e a dissolversi disfatto dal sole e dal sale marino ,tra gli elementi della natura .
Concetta Maria Baeli