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di Pasquale Russo
Ha solo ventisei Vanessa e passeggia tranquilla nella sua Acitrezza, il bellissimo borgo dove Verga ha ambientato i ” Malavoglia”, quando l’ex fidanzato la uccide con sette colpi di pistola e poi si suicida. Anche loro, per non far torto alla verghiana religione di vinti, sono dei vinti dalla vita. Un settantenne uccide la giovane moglie e la figlia quindicenne e si uccide. Le potenze occidentali lasciano l’Afghanistan al suo destino, scorre il sangue, domina il terrore, bambini, donne, uomini inermi preda delle violenze più atroci. L’orologio del tempo fa scorrere indietro le lancette ed è un ritorno al medioevo. Intanto la peste del nostro secolo, il famigerato covid, continua a recitare da protagonista sul palcoscenico del mondo. E’ ormai un bombardamento mentale continuo di numeri, statistiche, messaggi inquietanti, notizie contrastanti, in cui è difficile distinguere il grano e il loglio. Si legge di migliaia di giovani che improvvisano un rave party a base di droga, musica assordante, morti non spiegabili. Sono ormai comuni le notizie di atti assurdi, come mettersi a ballare nudi per protesta sulla macchina della polizia o sferrare pugni ai tutori dell’ordine. Ci si chiederà: cosa c’entrano tutte queste cose insieme? C’entrano. Se leggiamo queste notizie isolatamente, lontane l’una dall’altra può essere normale, ma il loro affastellarsi indica un grave malessere mentale e morale di dimensioni cosmiche. Accendi la TV, terrorizzanti sale di rianimazione, numeri di infetti, di morti, tamponi, indici che ballano, seguono scene cruente di omicidi efferati, di disperati che cercano di aggrapparsi agli aerei pur di scappare dalla loro terra , abbandonata per chissà quali motivi dai potenti del mondo. Lo scenario non cambia se sfogli un quotidiano, sia pur condito dalle dotte conferenze di politologi, sociologi, virologi, infettivologi e tuttologi, presumibilmente autorevoli o se dicenti tali. L’equilbrio mentale di ognuno di noi, già messo a dura prova dalle vicende personali, la nostra capacità di resilienza scricchiolano come un divano con le molle rotte. E’ difficile mantenere il timone alla via mentre la nave è investita da tempeste furibonde. Incertezza, paura, pietà, sconcerto, dominio della grande finanza e delle multinazionali sull’informazione, finiscono per diventare una bomba ad alto potenziale che può deflagrare sulla nostra vita. Tutto questo non giustifica certo l’omicidio, la violenza, gli atti di teppismo ma, almeno parzialmente, li motiva. Non è un caso che molti cercano un rifugio nei piccoli centri dove ancora si vive a misura d’uomo. La soluzione non la conosco e forse non c’è ma non vorrei dare ragione a chi evoca i quattro cavalieri dell’apocalisse.