Views: 430
di Pasquale Russo – neuropsichiatra
Siamo rimasti chiusi in casa tre mesi, martellati dai messaggi mediali: “io sto a casa, io sto a casa”, bandiere ai balconi, ”andrà tutto bene”. Bare allineate, medici ed operatori sanitari che morivano nell’espletamento del lavoro, anziani decimati.
Esperti veri o improvvisati che lanciavano messaggi e pareri diversi. Sembra tutto finito, passato. Come fosse stato un incubo.
Purtroppo non è stato un incubo e non è tutto finito.
La voglia di libertà, il sole, il mare, il caldo, hanno spinto alla totale liberazione.
L’inevitabile reazione a messaggi terrorizzanti, a prospettive di scenari apocalittici, a balzane teorie sul virus sulle scarpe o per terra, hanno spinto al rifiuto, alla rimozione totale.
Sul dramma e sui misteri e leggende che circondano questa strana pandemia si sono innestati interessi economici colossali, spesso contrapposti. Non sono mancate le ruberie e le truffe, non mancano mai gli sciacalli che girano intorno alle carogne abbandonate.
Agosto impazza, chiusi uffici, negozi, città deserte, caos nelle strade, bollino rosso sulle autostrade. E’ la follia della libertà o è forse la libertà della follia.
E’ follia libera negare che il virus sia esistito e purtroppo esista. Rifiutarsi di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, non mantenere il distanziamento, piccole scocciature rispetto al dramma vissuto.
Il virus c’è e miete vittime in tante parti del mondo.
I numeri, anche se confusi, sono preoccupanti.
Tutti, dico tutti, dobbiamo fare la nostra parte, senza paure irrazionali ma senza essere incoscienti.
Riusciremo forse ad evitare la minacciata “seconda ondata” vera o presunta solo godendo della ritrovata gioia di vivere ma senza lasciare libera la follia.
Forse il popolo non fa che seguire gli strani comportamenti di un governo che chiede aiuti e prolunga lo stato d’emergenza, mentre lascia aperte tutte le porte e tutti i porti senza possibilità reali di controllo.
Forse aveva ragione il grande bardo: c’è una logica in questa follia.