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di Maria Frega (PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE)
Isolamento dai coetanei, sedentarietà, sospensione delle attività sportive, ansia, cambiamenti nello stile di vita: i lockdown ai quali ci ha costretto la pandemia di Covid-19 sono stati anche questo. Fra le conseguenze più a lungo termine di quel periodo di emergenza, come i ritardi nelle diagnosi e la sospensione di alcune terapie, c’è una nuova ipotesi che coinvolge i più giovani. La pubertà è sempre più precoce? Sarà davvero un effetto della pandemia?
Sono già numerosi gli studi che approfondiscono questo aspetto, soprattutto facendo tesoro dei dati raccolti dalle strutture sanitarie in Italia, uno dei Paesi più colpiti da COVID-19. Secondo una ricerca tra le più recenti c’è stata una “impennata estrema” nello sviluppo sessuale delle bambine nel biennio 2020-21. I ricercatori della Clinica pediatrica ed endocrinologica dell’Istituto Gaslini di Genova hanno rilevato un aumento del 30% nelle diagnosi di pubertà precoce rispetto ai quattro anni precedenti la comparsa del coronavirus [1].
Si tratta di uno scenario in evoluzione, causato da più fattori; è fondamentale però analizzarlo per salvaguardare la salute degli adulti di domani.
Dottore, quando dovrebbe cominciare la pubertà?
Fisiologicamente oggi la pubertà si manifesta nei maschi all’età media di 11 anni e nelle femmine tra gli 8 e i 13 anni [2]. In questo periodo, ricchissimo di cambiamenti, c’è il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Nei maschi maturano i testicoli e il pene, oltre alla comparsa dei peli sul viso e al cambiamento della voce. Nelle femmine uno dei primi segni è lo sviluppo del seno (telarca), successivamente maturano le ovaie e compare il primo ciclo mestruale (menarca). In entrambi i sessi c’è la crescita rapida di ossa e muscoli e la comparsa della peluria di pube e ascelle [3].
Se lo sviluppo dei caratteri sessuali avviene prima degli 8 anni nelle bambine e dei 9 anni nei bambini si può parlare di pubertà precoce. Che lo sviluppo arrivi sempre più in anticipo non è una novità. Lo confermano diversi studi, tra i quali una revisione sistematica che ha valutato i cambiamenti del telarca in ogni decennio tra il 1977 e il 2013. La conclusione è che l’età dello sviluppo della ghiandola mammaria è diminuita di quasi tre mesi per decennio [4].
Davvero lo sviluppo precoce oggi dipende da Covid-19?
Non esiste una sola causa. L’ultima delle ipotesi ha preso in considerazione la pandemia di COVID-19 e tutti i cambiamenti che ne sono derivati. Lo studio compiuto da ricercatori italiani è nato dall’aumento (+80%) del numero di bambine visitate nei centri di endocrinologia pediatrica per sospetta pubertà precoce negli ultimi due anni. Nello stesso periodo sono aumentate le diagnosi (+30%) di questa condizione [1].
Lo scenario del post-pandemia è complesso. Dopo le restrizioni del lockdown, con la didattica a distanza, l’isolamento, le palestre e i parchi chiusi, lo stile di vita dei bambini ha subito enormi cambiamenti. Più tempo trascorso davanti agli schermi, disturbi del sonno, ansia, una dieta meno equilibrata, sedentarietà hanno causato un aumento dei tassi di sovrappeso e obesità negli adolescenti. Si sa da tempo che un indice di massa corporea (BMI) elevato o che aumenta rapidamente è tra i principali fattori scatenanti la pubertà precoce.
Secondo Mohamad Maghnie, direttore della Clinica pediatrica ed endocrinologica dell’Istituto Gaslini, “anche l’uso prolungato di dispositivi elettronici potrebbe aver influenzato i tempi di sviluppo puberale attraverso fattori diretti e indiretti. Le bambine con diagnosi di pubertà precoce durante il periodo pandemico hanno mostrato una media di due ore giornaliere in più (rispetto al periodo precedente) trascorse utilizzando dispositivi elettronici e 88,5% di queste hanno interrotto l’attività fisica programmata che svolgevano prima della pandemia” [5].
Ci sono altri fattori che possono determinare la pubertà precoce?
Cause genetiche, ambientali e anche culturali sono le “protagoniste” delle ricerche sullo sviluppo sessuale precoce degli adolescenti. Sotto accusa è soprattutto l’inquinamento. L’esposizione ad agenti tossici è un fattore di rischio ancora prima della nascita. Sono migliaia le sostanze chimiche che possono influire sul sistema endocrino dei bambini e quindi sul loro sviluppo sessuale [3,4].
Oggi è particolarmente importante raccogliere dati sui casi di pubertà precoce per poter valutare in futuro gli effetti a lungo termine sulla salute degli adulti.
Dottore, e l’esposizione agli schermi?
Se si riferisce alla luce blu dei dispositivi digitali, studi recenti sembrerebbero dimostrare che porta a un invecchiamento accelerato di cellule e tessuti e a patologie che interessano gli occhi, in particolare la retina.
Si tratta di ricerche effettuate sull’organismo della Drosophila, un moscerino (che ha subito conseguenze ben più gravi, come la morte precoce). Sono necessari studi sull’uomo, effettuati in un ampio arco temporale, per comprendere i rischi della luce artificiale e, in generale, dell’esposizione prolungata alla tecnologia digitale [6]. L’ipotesi, nata da questo studio sui moscerini, è una correlazione stretta tra l’esposizione prolungata alla luce blu e danni alle cellule, in particolare della pelle e del grasso sottocutaneo.
Nel frattempo, la Società Italiana di Pediatria, alla luce delle evidenze cliniche, ha elaborato alcune indicazioni per i genitori, di cui abbiamo parlato nella scheda “Posso dare il cellulare a mio figlio piccolo?”.
Dottore, ma perché la pubertà precoce è un problema?
Con la maturazione anticipata degli organi sessuali, determinata dalla produzione eccessiva di ormoni, possono verificarsi delle complicazioni. Vale sia per le femmine sia per i maschi. Le ossa, per esempio, iniziano a crescere improvvisamente ma smettono di svilupparsi altrettanto rapidamente: il risultato è la bassa statura da adulti. Nelle bambine l’arrivo precoce del menarca può portare a sovrappeso, ipertensione, alterazione degli zuccheri nel sangue.
Non sono da sottovalutare, infine, gli aspetti psicologici. La gestione del cambiamento del corpo è quasi sempre una faccenda complicata; alcuni adolescenti possono sentirsi diversi dai coetanei, mettendo a rischio l’autostima e la socialità. In alcuni casi occorrerà approfondire l’origine della precocità per escludere patologie correlate [3].
Sembra un problema difficile da affrontare per i genitori, anche in assenza di patologie…
La raccomandazione è consultarsi con il pediatra di famiglia, se necessario anche con un pediatra endocrinologo. E valutare un consulto psicologico quando i cambiamenti sembrano particolarmente pesanti. È stata proprio l’attenzione dei genitori l’origine dello studio dei casi di pubertà precoce considerati dai ricercatori del Gaslini. Il maggior tempo trascorso in famiglia e in casa durante la pandemia, infatti, ha permesso a mamme e papà di notare ogni piccolo cambiamento fisico e psicologico nei propri figli [3].
Alcuni medici sperano che il ritorno alla scuola e l’adattamento dei bambini alle sfide della pandemia rallentino il tasso di pubertà precoce. “Quando si esaminano i dati dell’ultimo anno, in particolare nei luoghi in cui i bambini sono quasi tutti tornati a scuola e la vita è tornata più normale, prevedo che il tasso di pubertà precoce tornerà a quello che era in precedenza”, ha detto Paul Kaplowitz, pediatra del Children’s National Hospital di Washington a the Scientist. “Ma ovviamente non lo sappiamo” [7].
(Fonte: dottoremaeveroche.it)